Elogio della MODA
specchio della vita
La moda è ed è sempre stata sinonimo di frivolezza. Ma non c'è cosa peggiore delle etichette e dei luoghi comuni. Se ci fermassimo un attimo a pensare ci accorgeremmo di quanto essa sia inserita nella vita sociale, di quanto sia lo specchio di una società, di un modo di essere, di vivere, di pensare.
La influenzano il clima, le condizioni sociali, economiche e persino religiose, il bagaglio di civiltà di un popolo. Come tutte le arti, perché è anch'essa un'arte anche se minore, rispecchia la sua epoca e contribuisce a crearla. E non è un paradosso, soprattutto se si guarda alla sua vera essenza: cioè all'arte di creare abiti che oltre al primario scopo di coprire e difendere dal clima, si inseriscano in tutto il contesto della vita del momento.
Basterebbe fare un parallelo tra costumi, arredamento, arti figurative nei secoli ed ecco che la moda non è più una cosa frivola, ma un'espressione oltre che un'esigenza sociale.
La tunica greca è l'esatto prodotto di un mondo estetico che è a sua volta l'espressione di un mondo che, oltre a tutta la sua parte sociale, pratica, è anche espressione di un mondo spirituale. E può diventare opera d'arte - oltre che causa dell'arte stessa - nella statuaria ionica o del periodo classico, può riallacciarsi al discorso architettonico della colonna del tempio e si inserisce perfettamente tra quelle sedie, quei letti, quei tavoli, che costituivano l'arredamento della casa greca, come ci è giunta tramite le pitture vascolari. Sarebbe assurdo far sedere una dama con sontuoso abito cinquecentesco su quelle sedie, farle aggirare tra quelle pareti architravate nelle quali si ignora la linea curva. Quando tornò un periodo molto legato al mondo classico, durante l'epoca Napoleonica e Neoclassica, anche l'abbigliamento femminile ritornò a forme scivolate che riprendevano le forme dell'abbigliamento classico. E in una stanza quattrocentesca fiorentina tra cassoni, madie, savanarole intagliate, quei broccati, quelle sete, le vesti e le sopravvesti, gli ornamenti ricchi, sono pienamente coerenti.
Un dipinto spagnolo del '600 si distingue subito da uno fiammingo dello stesso periodo, grazie anche all'abbigliamento: specchio di un mondo.
Non a caso l'abbigliamento è elemento importante della pittura, ed a sua volta viene studiata grazie alla pittura.
Quindi l'abito è un valore di linguaggio ed espressione storica e non disvalore di frivolezza e capriccio.
Che poi ci siano delle concessioni a certi ghiribizzi, che ci sia un colore di moda più di un altro, questo è cronaca, ma anche la storia, quella seria e approfondita, è fatta anche di cronaca. Per cui la cronaca è storia.
La coerenza col tempo che rappresenta, l'inserirsi continuamente nella pittura e nella scultura, sono la chiara dimostrazione della importanza e serietà dell'abbigliamento, quindi della moda.
Oggi essa nelle arti figurative, che hanno un linguaggio del tutto sganciato dal realismo figurativo, non ha più il valore che poteva avere in una tela del Bronzino o di Velasquez, tanto da divenire parte del linguaggio pittorico.
Nel nostro tempo creare la moda per donne e uomini ci appare solo un business. Vi è certo una grossa verità in ciò, ma questo non fa che rafforzare il discorso. La moda è uno dei simboli del nostro tempo, delle sue esigenze, della sua mentalità, dei suoi valori socio-economici.
Ma non è cosa facile vestire donne e uomini. Oltre che studiare la moda nel tempo, bisogna capire le istanze della gente, bisogna anche saper guardare la street fashion (moda di strada). Bisogna essere persone preparate, intelligenti, fantasiose e sensibili agli stimoli del mondo circostante, avere conoscenza o spiccato senso della psicologia di massa.
Potrei dire molte altre cose e approfondire ulteriormente l'argomento, molto interessante, ma penso che forse i miei scritti sono troppo lunghi per un blog, quindi vi lascio. Maresa Sottile
P.S. Vedo che in tanti leggete, mi piacerebbe qualche commento, (magari anche positivo), grazie comunque di leggermi.
Maresa Sottile
Maresa Sottile