La Mortella a Forio d'Ischia
di
Lady Susana Walton
Uno dei giardini più belli d'Italia
La Mortella è un meraviglioso giardino a Forio d'Ischia, famoso nel mondo per la sua bellezza e per la sua storia particolare. Eppure tanti napoletani non l'hanno mai visitato e molti non sanno neppure della sua esistenza. E' un giardino che anni fa, nel 2004 fu eletto giardino più bello d'Italia per quell'anno.
Io l'ho visitato due volte e sono stata anche ad uno dei concerti che si tenevano una volta nello studio di William Walton e che ora si eseguono in un'arena costruita nel 2004 e inaugurata nel 2007.
Quando, una mattina (il 13) d'agosto del 2000, varcai la soglia della Mortella vidi una vecchia utilitaria rossa con una donna anziana al volante che veniva avanti nel viale e salutando con una mano il personale alla biglietteria uscì dal cancello.
Man mano che mi inoltravo nella verde frescura del giardino restavo sempre più incantata dalla bellezza del luogo. Di quel magico giardino non sapevo nulla, mi avevano solo detto che era molto bello e che valeva una visita.
Oltre che per la bellezza delle piante, dei fiori e dell'impianto del giardino, degli zampilli d'acqua ero incantata dalla cura dei particolari. Un esempio: le bocche d'acqua terminavano con piccole sculture in metallo con forme di animali. Da una zona rialzata su un terrapieno si affacciava una terrazza con tavolini riparati dal sole con ombrelloni pieghettati che facevano pensare alla Cina. Era il bar e mi proposi di andarci dopo un po' per riposarmi prima di completare la visita, e continuai ancora a girovagare per quei vialetti, ad ammirare ogni siepe, aiuola, fiore, pianta. Infine mi diressi al bar dove non immaginavo avrei trascorso un paio di ore indimenticabili.
Decisi di sedermi all'interno perché era più fresco. Il bar tutto in legno dipinto, era rusticamente semplice ma elegante e notai che le stoviglie erano cinesi con un decoro azzurro. Nel bancone erano in mostra delle torte, per lo più alla frutta, e mentre. seduta al tavolino bevevo un caffè, ne arrivarono alcune e la cameriera mi spiegò che erano tutte fatte in casa da persone del posto. Ad un certo punto entrò una donna piccola e minuta, un po' curva, i capelli biondi cortissimi con delle ciocche viola di lato, un vestito anch'esso viola di quelli lunghi, larghi, il genere di abiti che vendevano le botteghe indiane o giù di lì, e che adesso sono molto alla moda, le mani artritiche piene di anelli, le unghie laccate. La signora era sorridente, salutò le ragazze del bar e sedette al tavolino di fronte alla porta. Una delle cameriere le portò un piattino con una fetta di torta che lei assaggiò. L'avevo riconosciuta, era la donna che guidava l'utilitaria rossa e capii che era la “padrona del castello”. La torta infatti gliela avevano portata perché lei l'approvasse: doveva essere di qualche nuova 'collaboratrice' o una ricetta nuova. Per maggior sicurezza chiamai la cameriera e le chiesi conferma che la signora fosse chi pensavo. “Sì, è Lady Walton, la proprietaria.”
Ero così entusiasta di quel giardino che, superando la mia timidezza e riservatezza, mi avvicinai a lei e le dissi tutta la mia ammirazione per lo splendore di quel luogo. E fu una reciproca simpatia fulminante. Mi invitò a sedere e cominciammo a chiacchierare. E mi raccontò di tutto e di più. La sua vita e quella del suo giardino. Spero di essere stata una privilegiata, ma forse lei, che era una persona molto semplice, comunicativa, aperta avrà detto quelle cose anche ad altri visitatori, ma voglio credere che quella reciproca simpatia che provammo entrambe quel giorno non sia stata per lei così frequente. Tra i personaggi che nella mia vita ho potuto conoscere, credo che Susana Walton sia stata quella che mi ha ispirato più simpatia. Aveva degli occhi vivacissimi ed intelligente, un sorriso cordiale e dei modi molto affabili.
Ho saputo da lei tutto quello che poi ho letto nel libro che acquistai in quel bar, e che lei mi dedicò firmando Susana, e quello che oggi si può trovare su internet. E anche qualcosa che non c'era nel libro e non c'è su internet.
Mi raccontò il suo incontro con W. Walton quando lui andò in Argentina, suo paese natale. Lei era figlia di una ricca famiglia di alto livello sociale che non fu contenta di quel matrimonio con un uomo tanto più grande di lei, e capii anche che le origini di Walton facessero storcere loro il naso. Ma Susana Valeria Maria Gil Passo, donna di gran temperamento, non ascoltò nessuno. William Walton aveva ormai raggiunto notorietà e prestigio come musicista tanto che comporrà poi le musiche per l'incoronazione di Elisabetta II e sarà fatto baronetto.
Poco dopo il matrimonio, nel '49 la coppia viene ad Ischia. Abita prima in una casa in affitto e poi, avendo deciso di risiedervi per sempre, ne acquista una con un terreno che prende gran parte del promontorio che si affaccia sulla spiaggia di San Francesco.
La vita di Susana non è proprio piacevole. Il marito lavora sempre e quando lavora non vuole vedere nessuno. Susana è molto sola. Anche se hanno amici che li vengono a trovare. Come Laurence Olivier, grande amico di lord William che per lui scrisse le musiche per i film Enrico V e Riccardo III. Sono così amici con Laurence che quando lui si lascia, nel '58, con la moglie Vivien Leigh è da loro che si rifugia. Ricordo che nei cinegiornali dell'epoca e sui giornali si vedeva l'attrice ritornata sul lago di Como (o Garda o Maggiore chi se lo ricorda) dove era stata felice col marito, che in quel periodo nessuno sapeva dove fosse.
Ma la solitudine per Susana resta. Immaginate una giovane donna argentina dell'alta società moglie di un uomo famoso vivere d'inverno all'inizio degli anni '50 a Forio d'Ischia, con un marito che per giorni non si vede perché dorme anche nel grande studio che si è fatto costruire al di fuori della casa, formato da due vaste stanze. Sarà questa solitudine la 'causa' della nascita dei giardini la Mortella.
Mi disse che doveva fare qualcosa per occupare il proprio tempo, per crearsi uno scopo. E allora cominciò a pensare al giardino. Ma la 'terra' che avevano comprata era in realtà una colata lavica con un grande avvallamento e sarebbe costato una fortuna farne un giardino. Allora Susana, donna volitiva, d'ingegno e combattiva, ha un'idea su come riempire quell'enorme avvallamento. Abbassa la voce e mi parla come se non volesse che altri sentissero. Acquista camion di spazzatura sottobanco. Cioè senza farlo sapere a nessuno si mette d'accordo con chi conduce i camion dell' immondizia che invece di andare alla discarica, di notte e di nascosto, vanno a riempire il grande avvallamento. E su quel mucchio di spazzatura mette il terreno per il suo giardino. Di tutto questo non dice nulla a suo marito, che in realtà poco si interessa alla cosa chiuso nel suo studio, l'eremo che si è costruito in una parte alta della proprietà, dalla quale, oltre alla solitudine, può anche godere di un paesaggio certamente ispiratore per un artista.
Susana d'altra parte ha anche lei trovato uno scopo nella vita che oltre ad occuparla l'appassiona. Ma l'impresa è costosa e lei la fa quasi di nascosto, William paga senza saperlo. Così quando dice alla moglie che vuol fare un viaggio lei risponde che non ci sono soldi. “Ma come? devono essere arrivati i diritti d'autore di quest'anno!” Ma i soldi non ci sono. E non ci saranno per molto tempo. Niente da fare per lord William che vuole cambiare aria, riposarsi un po' dal suo impegno intellettuale. Tutto quello che ha guadagnato è lì, in quel giardino che sua moglie Susana sta facendo nascere. Poi nel '60 lei chiama addirittura Russel Page, famoso architetto di giardini, per sistemarlo, ma questo sarà solo per la parte di sotto quella che io ho già visitato, ma c'è quella 'a monte' nella zona alta che sarà tutta frutto del suo gusto, della sua fantasia. Li ci metterà molte piante esotiche e una piccola pagoda originale, autentica, che ha portato dalla Cina. Lei ha uno zio ambasciatore in quel paese e, in un viaggio nel quale va a trovarlo ed è sua ospite, vede e compra la pagoda. Però c'è una legge che le vieta di portarla fuori dal paese. Ma un ambasciatore ha mille scappatoie per riuscire a realizzare cose che i comuni mortali non potranno mai fare. Lei riparte senza la pagoda, ma la pagoda arriverà a Forio d'Ischia ed è in bella mostra lì alle Mortelle.
Le dico che quello che ha costruito è magnifico, stupefacente e che quelli di Forio le saranno certamente molto grati per aver arricchito il loro territorio con quel giardino incantato. No, non è così. Non l'hanno mai amata, non le sono grati, la ostacolano per ogni iniziativa e la criticano. Sono stupita. Allora mi racconta che quando, comprata la proprietà e la casa, che è una costruzione lunga e grigia in fondo al giardino completamente immersa nel verde, la dovette ristrutturare e lei pensò che la cosa migliore fosse mantenerne il carattere originario cioè quello di una vecchia costruzione rurale, applicò quello che ormai è prassi nel restauro storico, cioè cercare di non cambiare le caratteristiche del manufatto. Così Susana ad esempio conserva o rifà i pavimenti originali: una gettata di cemento e i locali si scandalizzano: dei ricchi forestieri forse dovevano usare marmi o almeno colorate ceramiche.
Suo marito riposa lì, un po' più su dello studio. Ha voluto così e c'è un monumento che lo ricorda. E sono venuti in tanti a visitarlo, anche Carlo d'Inghilterra.
Lei ha voluto creare un master per i cantanti e ci sono stagioni di concerti. Mi dice di venire a sentirne uno ed io lo farò, un po' di giorni dopo.
Si è fatto tardi e lady Walton ha ospiti a pranzo deve per forza andarsene. Ci facciamo fotografare da una delle cameriere, mi dedica il libro che ho comprato, mi abbraccia e bacia e va via curva, minuta ossuta e vitale come pochi.
Vado a vedere la pagoda che è su, nella parte più alta del giardino.
C'è anche una voliera con uccelli rari: ho visto il colibrì e ho intuito il suo volo.
Tutto quello che mi circonda non può che stupirmi per la sua assoluta bellezza, mi sembra di passeggiare in un luogo incantato, magico.
C'è una pianta, nella parte alta del giardino, che proviene dell'America del Sud: fiorisce una sola notte all'anno verso mezzanotte con uno stupendo fiore candido a campana che nasce sulla foglia e che dura credo meno di un'ora ed emana un profumo stupendo. Non ricordo il nome di questa pianta ma mi piacerebbe tanto saperlo. Magari faccio un'altra visita alla Mortella, non sarebbe una cattiva idea. Maresa Sottile
Ho lo scanner bloccato, appena possibile aggiungerò le foto