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mercoledì 6 gennaio 2016

A Napoli la Cappella Sansevero e il Cristo Velato, per volere e opera di Raimondo de Sangro principe di Sansevero

                 

Nel cuore della Napoli antica, il centro storico, partendo da piazza San Domenico si imbocca la salita San Domenico Maggiore e nella traversa a destra si trova uno dei luoghi più straordinari della città: la Cappella Sansevero, un gioiello del '700 napoletano e luogo di leggende.
Da fuori la Cappella non fa neppure lontanamente immaginare i tesori particolari che si troveranno entrandovi. Una volta era collegata con un piccolo ponte al palazzo che aveva di fronte del quale era la Cappella: Palazzo Sansevero di Sangro eretto nel XVI sec. dal Principe di Sansevero don Paolo de Sangro. La famiglia Sansevero è un'antica famiglia nobiliare napoletana con una lunga storia e legata anche al Museo Duca di Martina nella Villa Floridiana. La cappella, divenuta chiesa nel 1608 per accogliervi le spoglie dei de Sangro, fu chiamata Santa Maria della Pietà per la Madonna posta sull'altare che era parte di un affresco prima nel giardino del palazzo, o La Pietatella, per la leggenda legata ad essa: un ladro sorpreso e arrestato, pentito chiese la grazia a quella immagine della Madonna di salvarlo e siccome fu realmente scarcerato dopo poco, caso assai raro, a quell'immagine, e quindi alla chiesetta in cui era stata trasferita, venne dato quel nome.
La Cappella fu costruita da Francesco de Sangro nel 1590, per essere stato guarito dopo aver pregato la stessa immagine della Madonna che fece così trasferire nella Cappella, ma fu don Raimondo de Sangro, personaggio affascinante e particolare, nel 1750 a renderla quella che oggi ammiriamo. .
La figura di Raimondo di Sangro è avvolta da mistero e leggende. Certo è che era un uomo con molti interessi piuttosto particolari. Si occupava di alchimia, ideò una carrozza 'galleggiante' della quale resta un bellissimo disegno che la vede nel mare, e si dice che ci andasse 'a spasso' nelle acque del golfo. Il popolino non lo amava, lo temeva e diceva che nei sotterranei del suo palazzo facesse esperimenti pericolosi e 'diabolici' uccidendo persone e bambini rapiti, e lo chiamava Principe Diavolo. Ai suoi tempi interessarsi di certe cose era abbastanza pericoloso, la scienza confusa con l'occulto. Di certo era una persona con molte curiosità e una genialità non comune, personaggio unico ed eccezionale, massone, astronomo, inventore, si interessò di palingenesi, il suo campo di interessi era illimitato. Su di lui e le sue scoperte o invenzioni ancora c'è poca chiarezza e certezza. Famoso già ai suoi tempi, creò a Napoli uno dei monumenti più belli, ricchi e pieni di mistero della città, ma anche del paese per non dire del mondo.
La Cappella, costruita da un antenato, era accanto al palazzo collegata ad esso con un arco, che Raimondo arricchì con un orologio racchiuso in una edicola, arco successivamente abbattuto perché poco stabile anche per il peso aggiuntivo dell'orologio.
Se esternamente la costruzione è quasi anonima, appena se ne varca l'ingresso si è colpiti dal fasto interno. Non vi è un centimetro quadrato che non sia ricoperto di decorazioni marmoree e pitture per non parlare delle statue che ne arricchiscono gli spazi. Certamente un luogo ben rappresentativo del Barocco Napoletano. Il de Sangro chiamò a lavorarvi tra i migliori artisti ed artigiani che operavano in città. Ma il regista dell'opera fu lui. Si dice che la Cappella sia organizzata seguendo schemi massonici, alchemici, esoterici. Un discorso dettagliato sarebbe troppo lungo e complesso e si allontanerebbe dal discorso dell'arte che è indubbiamente il più importante. La Cappella accoglie il visitatore sfoggiando tutto il suo splendore di marmi policromi, pitture e statue in un'unica navata con quattro finte Cappelle laterali poco profonde, alle quali si accede da quattro grandi arcate, e sormontate da ampie finestre quadrate. Dietro l'altare un abside semicupolato, il soffitto è voltato. La volta è affrescata con una fastosa e complessa Gloria del Paradiso da Nicola Maria Russo, che inserisce nell'affresco scenografici effetti architettonici. Le Cappelle laterali contengono i complessi sarcofagi della famiglia, e tra cappella e cappella sono poste grandi statue, il pavimento e di marmi policromi, anch'esso, pare, eseguito su disegno del de Sangro. Molte delle opere, anche di artisti noti come quella del Celebrano di Cecco de Sangro, pare siano state eseguite su disegno del de Sangro.
Al centro della Cappella vi è l'oggetto più famoso, prezioso e stupefacente: Il Cristo Velato di Giuseppe Sammartino. Si tratta di una statua che rappresenta il Cristo morto disteso e coperto da un sudario velato. G. Sammartino è tra i maggiori scultori del '700 italiano, ma anche qui pare che il de Sangro lo istruisse e guidasse nell'esecuzione dell'opera da lui voluta. La cosa stupefacente è quel velo da cui il nome. Infatti ha un effetto di trasparenza che sbalordisce. Si vedono le vene, i muscoli come se davvero un velo coprisse il corpo dolente di Cristo morto. E naturalmente ci sono leggende su questo velo. Si narra che il de Sangro avesse inventato un modo per 'pietrificare' il tessuto, che però resta trasparente, insegnandolo al Sammartino. Nella Cappella ci sono altre statue di cui alcune straordinarie: la Pudicizia e il Disinganno di F. Quierolo e se nella prima, che pare raffiguri la madre del principe, si ripete la trasparenza di un altro velo, nel Disinganno composto da un uomo (l'ingannato) che si libera da una rete che lo ingabbia ed un fanciullo, (l'intelligenza), anche qui si resta stupefatti perché rete e uomo sono un unico blocco di marmo, ma la rete è distante dalla figura e ci si pone subito la domanda di come abbia fatto lo scultore. Anche per questa opera si dice che il bozzetto sia del de Sangro. E ancora una lapide di marmo rosa, di un rosa unico che probabilmente è stato creato ancora da Raimondo che la scolpì anche.
Infine nella Cappella sono custoditi due corpi in una teca, oggi, in un armadio un tempo. In realtà i due corpi non esistono più, di loro c'è lo scheletro e il sistema arterioso in blu e venoso in rosso, una volta anche quello di un feto, come metallizzati.
Anche qui la storia è misteriosa. Forse due servitori uccisi per l'esperimento? Di certo c'è che i due sistemi sanguigni sono esatti e completi e non si è ancora oggi potuto accertare come il de Sangro abbia potuto ottenere questo risultato. Molti studiosi li hanno esaminati senza giungere a nulla.
Di certo c'è che questa Cappella delle meraviglie è piena di misteri, segreti e domande senza risposte. Ed è anche bellissima.
                                 Maresa Sottile