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martedì 19 febbraio 2019

Leonardo da Vinci, Cinquecento anni dalla sua Morte


Non possiamo non ricordare Leonardo da Vinci, uno degli artisti più
importanti di tutti i tempi, nel cinquecentesimo anniversario della sua morte.
Leonardo da Vinci (Vinci (Fi) - 1452) morì in Francia, in uno dei famosi
castelli della Loira: Clos-Lucé ad Ambois, nel 1519. Aveva sessantasette
anni, che per i tempi dovevano probabilmente equipararsi ai nostri 80/90 e
basta guardare il suo autoritratto degli ultimi anni per rendersene conto.
In tutto il mondo credo che il suo nome sia noto sia come uno dei più grandi
artisti di tutti i tempi sia per i suoi studi scientifici, invenzioni, intuizioni
profetiche.
Poco compreso dai suoi contemporanei, che non sempre gli diedero credito,
oggi è ritenuto una delle massime menti umane. Nel 2010 gli italiani lo
hanno eletto il più grande genio di tutti i tempi del nostro Paese.
Figlio illegittimo di un notaio e una domestica, fu sempre seguito dalla
famiglia paterna. La sua grande attitudine si rivelò in giovane età ed il padre
lo mise ‘a bottega’ dal miglior pittore del tempo a Firenze, il Verrocchio,
nella cui bottega già studiavano e lavoravano artisti come Botticelli, 
Perugino, Ghirlandaio, Credi.
Leonardo, come tutti sappiamo, è l’autore della Gioconda, forse il quadro
 più famoso al mondo, che fa bella mostra di sé al Museo del Louvre a
 Parigi, purtroppo legittima proprietà francese, in quanto venduta dallo
 stesso autore al re di Francia che lo aveva voluto nel suo paese e dove
 l’artista, deluso, si era auto-esiliato.
Non fu molto fortunato nella sua vita Leonardo, mentre Michelangelo e
Raffaello trionfavano a Roma, a lui non fu dato credito.
Il suo estimatore, Ludovico il Moro, al cui servizio era, perse il suo ducato e
Leonardo dovette fuggire da Milano al ‘sacco’ dei francesi, che, tra l’altro
distrussero (pare) il modello del suo monumento equestre del Moro.
Certo ebbe i suoi estimatori, ma non riuscì ad avere quel credito che ebbero
altri grandi del tempo. Ma la sua storia è molto lunga e complessa per essere
riassunta in poche righe, la sua arte talmente unica che molti tentarono di
imitarla senza riuscire a concludere molto.
Solo due esempi: Il Cenacolo e la Vergine delle rocce.
Il Cenacolo di Santa Maria delle Grazie a Milano ha una storia molto 
tribolata e complessa, è però la più bella mai dipinta. Leonardo risolse il
problema base di questo tema che è stato affrontato da molti artisti in
svariate epoche con risultati sempre piuttosto mediocri per la complessità
della sua composizione: una tavolata di 13 persone da vedere in viso: per lo
più ne risulta un’opera monotona, o una composizione forzata. Questo
molto in breve. Soltanto Leonardo riuscì a risolvere la problematicità di tale
composizione: applicò la composizione piramidale raggruppando gli
Apostoli in gruppi di tre che discutono, commentano le parole di Gesù: “...
in verità vi dico: qualcuno di voi mi tradirà.” Ne risultano un movimento,
un pathos e una vitalità che rompono la monotonia che avrebbe potuto avere
l’opera, rendendola viva ed emozionante. Purtroppo però il dipinto ebbe
molti problemi. Leonardo sperimentò una tecnica che non diede i risultati
che sperava, inoltre l’ambiente era umido e subì anche un allagamento in
fase di realizzazione dell’affresco, che affresco non era tecnicamente, tutte
cose che lo danneggiarono quasi già in fase d’opera. Per non parlare del
tempo impiegato a realizzarlo: quattro anni, Michelangelo per la Cappella
Sistina impiegò poco più dello stesso tempo: non era pittore ma scultore e
l’affresco è ben più vasto e complesso. A periodi di solerte lavoro Leonardo
alternava ( come sempre) periodi di di lunghe assenze preso dai suoi studi,
interessi, esperimenti…..
La composizione piramidale da lui ‘ideata’ fu usata da molti artisti ad
iniziare da Raffaello che lo ammirava molto, e anche in epoche successive
diventando un ‘classico’.
La pittura di Leonardo riporta in sé gli studi geologici e botanici che lui
 faceva come nella Vergine delle Rocce nella quale le rocce, le piante sono
 scientificamente perfette. Eppure le sue conoscenze scientifiche non
 rendono fredde e meticolose le sue pitture, tutt’altro. Anche perché gli
 elementi vivono nell’aria che lui riesce a dipingere. Già Leonardo ha dipinto
 l’aria, il pulviscolo atmosferico grazie allo ‘sfumato’, la tecnica da lui
 ‘inventata’. Una serie di ‘velature’ di colore che chissà perché quando usate
 da altri artisti, il grande Raffaello compreso, non diedero mai l’eguale
 risultato.
Naturalmente ci sono altre famosissime opere: la Gioconda, la Dama
dell’Ermellino, la Madonna, Sant’Anna e Gesù Bambino, addirittura in due
 versioni: una a Parigi e l’altra a Londra, il San Gerolamo, San
 Giovannino….
E poi i Codici, zeppi di disegni e idee. Spesso sono incompleti e sparsi in
vari musei del mondo. Ci raccontano i suoi studi, ricerche, intuizioni,
invenzioni. Troppo avanti per i suoi tempi, non ne capirono la grandezza e
la genialità. Addirittura lo pensavano stregone perché studiava i cadaveri,
cosa che poi facevano di nascosto anche gli altri artisti, o perché faceva
prove alchemiche e l’alchimia non era che l’antenata della chimica…