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domenica 25 marzo 2012

Una Famiglia napoletana molto interessante: i MASTRIANI

Nell'800 a Napoli vive ed opera la famiglia Mastriani, una famiglia borghese, di non grandi mezzi economici, ma di grandi interessi culturali ed artistici come dimostra il fatto che nel suo ambito troviamo tre notevli personalità che si esprimono in questi ambiti. Il primo personaggio di un certo rilievo è Raffaele, funzionario borbonico: Segretario del Consiglio di Abbigliamento nell'Amministrazione Generale dei Dazi Indiretti, disegnatore, scrittore umorista per divertimento e corografo, con Ferdinando De Luca, di fama europea ai suoi tempi. La corografia è lo studio del territorio antropico e storico relazionati tra loro. Di lui restano i suoi lavori corografici alla Biblioteca Nazionale di Napoli e gli scritti donati da un nipote che hanno formato il Fondo Mastriani. C'è una bella stampa che lo raffigura. E che la sua effige sia stata riprodotta in stampa col suo nome ci testimonia che fosse un personaggio noto e stimato.
Vi è poi il più noto Francesco nato il 23 novembre 1819 e morto il 7 gennaio 1891, scrittore.
A questo punto c'è un piccolo giallo molto complicato. Francesco Mastriani è il personaggio della famiglia certamente più noto. Risulta da Wikipedia figlio, insieme a Ferdinando e altri fratelli e sorelle, di Filippo, ingegnere con due matrimoni e molti figli, ma tale paternità non risulta né da enciclopedie né dall'unica biografia su di lui di Gina Algranati.
 Dall'archivio storico anagrafico la notizia parrebbe confermata, ma... nella famiglia Mastriani i nomi si ripetono e anche Raffaele ha un figlio Francesco ed uno Ferdinando, ma la cosa non finisce qui. Nelle Carte Mastriani, donate da un erede, della Biblioteca Nazionale di Napoli, ci sono delle lettere nelle quali Francesco e Ferdinando scrivono a Raffaele chiamandolo padre, inoltre l'erede che ha donato le carte era il figlio di Pia Mastriani e Francesco, lo scrittore e Ferdinando, il pittore, erano i fratelli della madre, ma Filippo non ha nessuna figlia di nome Pia, Raffaele sì.
Tali ricerche saranno ulteriormente approfondite e spero di riuscire a risolvere questo piccolo mistero. Comunque di chi siano figli i nostri due personaggi è relativo dato che sono loro i nostri protagonisti.
La fama di Francesco Mastriani credo che travalichi l'ambito strettamente napoletano. Autore di più di cento romanzi, tra i quali 'La cieca di Sorrento', del quale credo che tutti abbiano sentito parlare. E' oggi ritenuto anche il padre del giallo nel nostro paese per il suo romanzo: Il mio cadavere. Scrisse anche molti articoli ed è considerato un grande esperto di 'napoletanità' nel senso più importante: usi e costumi della città furono da lui immortalati e chiunque sia interessato ad essi si rifà per lo più a quello che lui ha raccontato.
La fortuna non arrise mai allo scrittore, che visse una vita molto misera. Ritenuto un autore popolare nel senso dispregiativo della parola, fu in realtà sfruttato da editori e giornali che vissero della sua opera e della sua popolarità, dando a lui le briciole e l'indigenza perseguitò questo figlio misconosciuto della città. Negli anni '70 del Novecento, un altro napoletano, il regista Ugo Gregoretti, gli ridiede qualche notorietà molto tardiva con lo sceneggiato televisivo tratto dal suo romanzo 'I vermi'. Più recentemente è stata messa in scena la Medea di Portamedina con Giuliana De Sio e Cristian De Sica.
L'opera di Mastriani è stata paragonata a quella di Sue, ma sempre dicendo che la sua è molto inferiore a quella dell'autore francese.
Quando morì la città lo pianse e finalmente qualcuno, Matilde Serao, scrisse su di lui un bell'articolo riconoscendogli un valore che in vita gli era sempre stato negato. Anche Benedetto Croce apprezzò Mastriani tanto che volle che Gina Algranati scrivesse la sua biografia, che l'autrice dedicò al filosofo e che credo sia l'unica, perché comunque Francesco Mastriani è tornato nel mondo dei dimenticati, il suo nome non dice niente ai più al di fuori del mondo degli studiosi e di qualcuno interessato alla storia della città o particolarmente acculturato. Persino la strada che la città gli ha dedicato è poco più di un breve vicolo in una zona popolare e periferica, anche se può consolare che nella stessa zona una strada è dedicata a Pier delle Vigne.

Nel 1838 nasce all'ingegnere Filippo (?) un altro figlio, Ferdinando, nel 1850 all'età di 12 anni viene iscritto all'Accademia di Belle Arti: evidentemente anche Ferdinando dimostra delle doti artistiche.
Della sua carriera artistica non si sa molto. Reperirne notizie non è impresa da poco, ed è sconosciuto anche agli appassionati, pur avendo legato il proprio nome a varie mostre nazionali del suo tempo non solo a Napoli.
Dai primi titoli che troviamo ci si rende conto che il Mastriani segue la pittura accademica sia nei soggetti che nella tecnica. Le opere di questo primo periodo non sono certamente esaltanti, così accademiche nei personaggi e nelle forme.
Nella 5° Mostra della Promotrice di Belle arti di Napoli nel 1867 troviamo una sua opera dal lungo titolo: “Nello della Pietra credendo vera l'infedeltà della moglie Pia dei Tolomei le toglie l'anello nuziale”, opera alla quale Tito Dal Bono non risparmia critiche, ma non sul soggetto in riga col gusto corrente ma sulla composizione e l'anatomia, ma poi la loda per una figura di spalle 'per eleganza e garbo'. Nell'esposizione del 1871 poi sappiamo di un'opera intitolata 'La curiosità', nel '72 il titolo dell'opera che espone è: La confidenza; nel 1874: Il mio album; nel '75 Mariella; nel '76: Ortensia; nel '78: Il mio Modello nel '79: Fosmà. Sembra chiaro che si tratti per lo più di ritratti e che Mastriani si sia allontanato dallo stile Neoclassico.
Nel 1882 sappiamo che ha dipinto una pala per la Cappella del Pio Sodalizio del Cimitero di Nola: La Congrega dei Preti venera S. Sossio, quadro che negli anni '90 del Novecento è stato rubato e non se ne conosce una immagine. Siamo comunque lontani per i soggetti da una pittura che possa realmente stimolare soprattutto oggi. Mastriani ha poi eseguito ad Ischia, per la chiesa di Santa Restituta a Lacco Ameno, una serie di dipinti con la storia della Santa. Si tratta di una pittura modesta invero, di tipo popolare. I colori sono chiari, le immagini abbastanza ingenue: un racconto popolare ed una pittura popolare. Non si nota una vera drammaticità e il linguaggio è ancora legato ai modi accademici, sembrano più delle illustrazioni di un libro che degli affresci o tavole. I personaggi non hanno pathos, non hanno anima. E' un racconto dal quale l'artista non è coinvolto, un racconto svolto con diligenza da un pittore modesto.
E qui sta il punto: Ferdinando Mastriani negli anni '70 ha una svolta nella sua pittura e questo lavoro commissionatogli non lo ha realmente ispirato, è lontano dai nuovi parametri ai quali è oramai  interessato.
Presso vari privati, invero discendenti della famiglia Mastriani, vi sono delle tele e delle tavole tutte di dimensioni modeste, nelle quali Mastriani si rivela un pittore intimista, il suo è un mondo di sentimenti, studia l’essere umano in una serie di ritratti, alcuni molto ben riusciti sia per qualità pittorica sia per espressività del personaggio che spesso si racconta, e in una serie di quadri d’interni. Non conosciamo paesaggi, tranne un paio: uno di Ischia ed un paesaggio alpino, nei quali pare che non si faccia affascinare dalla bellezza dei luoghi: non appartiene alla scuola di Posillipo o a quella di Resina, come la maggior parte dei suoi colleghi napoletani, è più interessato alle espressioni dei volti, a figure in interni che emanano una sottile malinconia.
Non si sa se abbia avuto contatti con gli impressionisti, come ipotizzò il maestro Armando De Stefano, osservando delle sue opere. Certo si è distaccato dal genere accademico neoclassico non solo nei soggetti, ma anche nella tecnica pittorica, con cui aveva iniziato il proprio percorso artistico. Ha abbandonato quella pittura precisa, piena di dettagli calligrafici, da cui proviene per formazione e per costume del tempo e si è avventurato nel terreno di una pittura che si affida alla pennellata più rapida e meno puntuale, ma molto più espressiva e di maggiori contenuti. Abbandona i soggetti storici per raccontare il mondo quotidiano che lo circonda, dal proprio studio alle persone che lo attorniano, che gli sono care.
Certamente con questa svolta la sua pittura assume una fisionomia più intensa e personale e vi sono delle opere che davvero arrivano ad un alto livello qualitativo ed espressivo, molto superiore a quello di alcuni suoi colleghi ancora visibili in libri e per i collezionisti.
Nell’esame attento delle opere del Mastriani, che ho potuto studiare, purtroppo però si riscontra una certa volubilità nel lavoro. La resa non è omogenea, mentre in alcune tele davvero ci troviamo davanti ad opere di un alto livello pittorico ed espressivo, altre volte appare più svogliato nell’esecuzione. Conoscendo poco o nulla della sua storia personale ed artistica, restando quindi difficile stabilire, sia una cronologia del suo lavoro sia le sue vicende, si può ipotizzare o che abbia avuto periodi di svogliatezza artistica o di disinteresse per il soggetto da rappresentare e di poca sintonia con esso. Oppure dobbiamo datare i suoi lavori meno riusciti come i primi passi della sua avventura pittorica nel distacco dallo stile neoclassico.
Certo sono frutto di una maturità artistica ormai raggiunta il Ritratto di donna con velo, o il Ritratto maschile che presumibilmente raffigura il fratello Francesco, o ancora quello della sorella Pia.
Si riscontra una stranezza nel lavoro di questo artista. Le opere che vengono da un membro della famiglia e sono in una collezione privata, non sono firmate, tranne un ritratto di Garibaldi, del quale non si sa naturalmente se fu eseguito dal vero o da una fotografia. E non si sa dove siano finite le opere da lui esposte, opere delle quali si hanno anche dei titoli, ma non si sa se siano quelle di cui siamo a conoscenza, (cosa poco probabile per la mancanza, appunto, della firma) o siano in altre collezioni private, dubitiamo molto che siano in musei.
Probabilmente proprio il fatto che sono opere rimaste ad una sorella ha fatto sì che non le firmasse. Potrebbe anche essere un simbolo della poca fiducia nella comprensione del pubblico per il suo nuovo linguaggio pittorico, oppure non dare un valore adeguato al proprio lavoro, forse perché l’apprezzamento pubblico non è rilevante. Naturalmente questa è solo un’ipotesi che facciamo per darci una risposta plausibile. E ce ne viene un'altra: non abbiamo date, questo potrebbe anche dire che Mastriani ad un certo punto era troppo avanti coi tempi per essere compreso in questa sua nuova visione pittorica.
Una cosa è certa, Ferdinando Mastriani è un pittore certamente quasi sconosciuto e certamente non studiato, inoltre la reperibilità delle sue opere è quasi impossibile. Però sappiamo che le opere che abbiamo visto sono di rilievo e la nostra opinione è stata condivisa da qualche altro esperto d'arte.
Si resta, a questo punto, un po’ interdetti per il suo mancato successo in vita ed il totale oblio dopo la morte. Verrebbe da pensare che la sorte sia stata beffarda con questi due talentuosi fratelli, uno morto in miseria nonostante fosse molto noto e molto amato dal popolo napoletano e avesse lavorato tanto, producendo una quantità davvero immane di scritti e non solo di letteratura popolare, ma giornalistica di rilievo, tanto che è uno degli autori più citati per quanto riguarda usi, costumi, tradizioni, eventi della storia cittadina (sono davvero tanti persino i siti in internet che lo citano e ne riportano interi articoli), l’altro morto quasi dimenticato nonostante di lui si dica che fu a lungo operante in città, pur essendo le sue capacità artistiche di un certo rilievo e pur avendo partecipato a molte mostre in tutta Italia. E’ infatti presente oltre che a Napoli nelle mostre della Società Promotrice di Belle Arti a Torino, Firenze, Milano, Genova.
                                  Maresa Sottile




1 commento:

  1. Sa per caso chi fosse il MASTRIANI che firmava brevi fumetti umoristici su copertine di quaderni scolastici dela mewtà del 1900 ?

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