Dario Franceshini, nuovo Ministro ai Beni Culturali, subito dopo la sua nomina ha dichiarato ai giornalisti che il suo è un Ministero di grande importanza per la ripresa economica di questo Paese.
Sono molto contenta che un Ministro del mio Paese faccia questa dichiarazione, ma il punto è: gli faranno fare quello che dovrebbe fare, e soprattutto se pensa realmente quello che ha detto. Infine se ha davvero le idee chiare e le capacità per rendere reali le sue parole. Purtroppo siamo tutti un po' disincantati dopo decenni di promesse, non realizzate, dei politici.
Inoltre, in un paese che per tanto tempo ha fatto così poco per la cultura, quasi ritenendola un optional e neanche importante e redditizio, si riuscirà mettere in gioco questa opportunità?
Tutte le attività culturali si dichiarano in crisi. L'editoria cartacea è alla frutta, ne ho parlato con un giornalista che lavora da quarant'anni in una grande casa editrice; teatri di prosa e lirici vivono una profonda crisi, il cinema altrettanto. Mancano fondi.
Ma, ovviamente quello che mi interessa di più è quel patrimonio artistico che l'Italia possiede e che non è davvero curato e sfruttato come un bene comune che può produrre, come dice il Ministro, economia, posti di lavoro.
Si parte da lontano con questa situazione. L'Italia che per secoli è stata il centro artistico dell'Occidente, che ha dato grandi artisti, quando non geni, ad un certo punto ha perso il suo primato, cadendo in un'irrazionale stato di trascuratezza. A volte persino i grandi geni del passato e le loro opere sono finiti nel dimenticatoio. Il disinteresse ha avvolto quel mondo che ci ha reso primi e i più grandi per secoli.
E una parte di questa colpa è stata anche di coloro i quali si occupavano dell'argomento. Ad un certo punto la Storia dell'Arte è diventato un argomento solo per “iniziati”. Ci sono stati anni in cui leggere un libro di Storia dell'Arte, anche scolastico, era quasi un impresa. Come se gli argomenti che trattavano non potessero essere divulgati al volgo, appunto. Questo ha creato una barriera tra gli addetti ai lavori e coloro i quali avrebbero potuto avvicinarsi all'argomento. Per fortuna alcuni lo hanno capito ed ora, anche chi non è molto attrezzato, ha la possibilità di leggere opere comprensibili
Altra grande colpa, se non la principale, è stata quella di dare pochissime ore di insegnamento della materia nelle scuole.
Ho avuto figli al Classico, uno dei migliori della città. Ho toccato con mano quello che facevano ed il loro grado conseguenziale di preparazione.
Ad un certo punto la Storia dell'Arte è stata messa nei programmi delle Scuole Medie, naturalmente erano più che altro nozioni per ragazzini, eppure molti insegnanti continuavano a farli disegnare 'per esprimere la loro creatività', ma non svolgevano l'altra parte del programma. E anche questo l'ho constatato di persona. Anche se comunque non escludo che ci siano stati insegnanti preparati e coscienziosi. Adesso poi è stata addirittura tolta dai programmi. Eccellente! E allora come si può facilmente comprendere la maggior parte della gente ha pochissima cognizione, e sempre meno ne avrà, di quale sia il nostro patrimoni artistico, e, di conseguenza, la possibilità di capirne l'immenso valore che ha, compreso quello economico.
D'altra parte abbiamo avuto un ministro dell'Economia che ha detto, tempo fa, che con la cultura non si mangia, un tipo molto snob e anche con l'erra moscia, che mi pare sia arrivato dove è arrivato perché dicevano fosse preparato. Vorrei tanto sapere quanto ha studiato, lui.
Noi non abbiamo miniere, non abbiamo il petrolio, né il gas. Abbiamo da sempre, però quattro grandi ricchezze: l'Arte, la Natura, l'Artigianato e l'Agricoltura. Erano queste grandi ricchezze che dovevamo curare. Oltre tutto si mangia sempre, anche in era tecnologica.
Uscendo un po' dal tema, a proposito di tecnologia, vorrei dire una cosa, divertente se non fosse, a mio parere, quasi tragica. Ogni giorno di più stanno informatizzando tutto, non si va più in molti uffici, tanto si può fare col pc. Ad esempio i pensionati hanno la possibilità da casa di sapere tutto tramite computer sulla pensione e quant'altro. Ma si è chiesto qualcuno se 'gli anziani' sanno usare il pc, o addirittura se lo hanno? Ma glielo può fare il figlio, la nipote! A parte che che spesso figli e nipoti non hanno tempo o voglia, ma chi è solo? Chiudiamo questa parentesi, che però secondo me dimostra come spesso la razionalità non anima le nostre azioni.
Della prima ricchezza. l'Arte, grossomodo, abbiamo già detto; della Natura cioè del paesaggio abbiamo, dal dopoguerra in poi, fatto spesso scempio; l'Artigianato è andato a rotoli, ricordiamo che per gli artigiani era sempre più difficile trovare qualcuno che volesse imparare e lavorare nel settore, poi la crisi economica ne ha costretto migliaia e migliaia a chiudere; l'Agricoltura è stata mandata a rotoli come sappiamo tutti dopo la guerra, con la riforma agraria fatta coi piedi e l'industrializzazione, anche se fortunatamente oggi molti giovani stanno cercando di rianimarla.
Concludendo, noi abbiamo sprecato, la maggior parte del nostro patrimonio tra incuria, ignoranza, incompetenza e ci metterei anche burocrazia.
Abbiamo sciupato in parte il nostro potenziale, le nostre ricchezze e la maggior parte di noi non ne ha neppure coscienza. E questa è una vera e grande tragedia nazionale.
Speriamo che questi piccoli ragionamenti, quasi elementari, che ho fatto, aiutino la dichiarata (buona) volontà del Ministro. Con molti auguri a lui ma soprattutto a noi italiani.
Maresa Sottile
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