Bisogna
proprio dirlo: i Musei di Napoli oltre le opere che contengono, sono
di per sé opere d'arte e luoghi di grande bellezza: San Martino,
antico convento con una ricca collezione d'arte e una delle più
belle e preziose chiese colma di opere artistiche (ved. Art.del
9/4/13) ed un panorama magnifico della città su cui si affacciano le
finestre ed il giardino; La Floridiana, la bella villa neoclassica
col museo della ceramica Duca di Martina col suo parco affacciato sul
golfo (ved. Art.11/5/12), Il Museo Novecento sulla sommità di
Castel Sant'Elmo da cui si gode un panorama della città e dintorni a
trecentosessanta gradi (ved. Art.24/2/16). Ed anche il maggior Museo,
quello nella Reggia di Capodimonte, oltre a contenere grandi
capolavori artistici, posto in zona collinare, circondato da un
bellissimo parco e affacciato su un panorama splendido della città,
è esso stesso un'opera d'arte. Voluta da re Carlo di Borbone, prima
solo come Casino di Caccia, fu poi destinata a sede reale. I lavori
iniziarono ne 1738 in un luogo allora irraggiungibile per mancanza
di strade e terreno accidentato. Infatti fu estremamente complicato
portare i blocchi di piperno da Pianura per costruirla. Inoltre la
collina non aveva impianto idrico.
La
storia della reggia, nata per contenere la vasta Collezione Farnese
ereditata dalla madre, Elisabetta Farnese, è lunga e complessa. Il
grande disagio per raggiungere il sito ha avuto la sua parte,
l'enormità del progetto anche, senza parlare del modesto interesse
del successore di Carlo tornato in patria. Nonostante ciò grandi e
famosi architetti hanno collaborato al progetto: Giovanni A. Medrano,
Antonio Canevari, Ferdinando Fuga, Ferdinando Sanfelice occupato a
sistemare il parco. Il famoso parco conteneva di tutto e di più
oltre a viali immersi in splendida vegetazione: la fabbrica di
ceramiche (che Carlo alla sua partenza smantellò portando con sé
macchinari e personale), una fabbrica di tappeti, una stamperia, una
fabbrica di armi, una chiesa. Inoltre nel territorio preso per
realizzare il parco preesistevano delle fattorie.
Nella
Reggia nel 1755 viene aperta anche la Reale Accademia di Nudo diretta
dal famoso pittore G. Bonito e nel 1758 vengono portate le prime
opere destinate alla collezione. E oltre alla Collezione Farnese,
l'organizzatore del Museo, G. M. della Torre, fece acquistare la
Collezione di Giovanni Carafa che era la migliore delle collezioni
private che si potesse trovare, e fu anche eseguito il restauro delle
opere che ne avevano bisogno.
L'edificio
è a pianta rettangolare e include all'interno tre cortili identici,
la struttura è sottolineata dalla pietra grigia (piperno) aggettante
a contrasto delle mura rosso pompeiano, tutto il piano nobile è
balconato. Al primo piano c'è l'appartamento reale, visitabile e
pieno di mobili, quadri soprammobili di gran pregio.
Ma
Ferdinando I succeduto a Carlo III, non amò Capodimonte.
Alla
fine del decennio francese la reggia, residenza di Giuseppe Bonaparte
e poi di Gioacchino Murat, fu saccheggiata. Infatti nel 1799 i
francesi lasciarono la città, ma il generale Championnet depredò il
Museo, nonostante la strenua difesa di un popolano: Pagliuchella.
Fortunatamente le opere furono recuperate dopo poco a Roma e
riportate a Napoli. Anche i nazisti depredarono il Museo. Durante la
2°guerra mondiale le opere erano state nascoste nell'Abbazia di Cava
dei Tirreni e poi di Montecassino, ma i tedeschi egualmente
riuscirono a trafugarne parte, che, ritrovate nascoste in Germania
alla fine della guerra, furono restituite all'Italia. Nel 1861 la
Reggia divenne di proprietà dei Savoia, ma divenne poi residenza
degli Aosta. Infine nel '920 passò al Demanio e nel '50 si passò al
progetto a cura di Bruno Molajoli, allora Sovrintendente.
Quando
Il Museo fu ufficialmente inaugurato era, per tecnologia (trattamento
dell'illuminazione e apparecchiature deumidificanti ed anche per la
sistemazione delle opere), il più all'avanguardia d'Europa. Il
Museo contiene opere che vanno dal romanico fino alla nuova sezione
che include opere di grandi del '900: Masaccio, Bruegel il Vecchio,
Raffaello, Tiziano, El Greco, Parmigianino, Gemito...Warhol,
Paladino… Così qualche nome tra i più noti a tutti.
E
poi ci sono la sala degli arazzi del XVIII sec., il Boudoir delle
porcellane della regina Amalia portato dalla Reggia di Portici, il pavimento della villa di Tiberio a Capri, anche questo trasferito dalla Reggia di Portici… E
dalle splendide sale in cui si ammirano queste opere straordinarie,
si può guardare il panorama della città dall'alto del lato
nord-est. Arte, natura e carattere di una città speciale in un mix
davvero unico, tutto in un edificio dalle sale barocche ma
dall'esterno neoclassico.
Fare
una visita al Museo di Capodimonte non è solo andare a vedere delle
opere artistiche, ma si visita la storia di una città che per secoli
è stata una capitale di un regno molto importante e agognato da
molti re europei. Questo vasto edificio rosso nel verde, costruito in
modo che una delle sue facciate lunghe, goda di un panorama
splendido, contenga opere d'arte, e sia anch'esso un monumento
artistico scenografico avvolto dal suo parco chiamato in città
Bosco.
Nel mese di luglio, all'ombra delle sue mura nel Parco si tengono splendidi concerti di musica classica.
Maresa Sottile
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