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mercoledì 8 marzo 2017

Il Gotico Italiano

Lo stile gotico è lo stile artistico diffusosi in tutta Europa nel XIV. Nasce in Francia da delle variazioni apportate a quello Romanico, nato, a sua volta, in Italia intorno al Mille e diffusosi con grande successo in quasi tutta Europa,
Il primo elemento a variare fu l'arco che da 'a tutto sesto' cioè semicircolare, divenne 'a sesto acuto', determinato dall'incrocio di tue archi a tutto sesto. Da qui le trasformazioni vennero man mano realizzandosi. Diventato più alto e snello l'arco a sesto acuto, anche i pilastri si allungarono per meglio rapportarsi agli archi, le volte a crociera adottarono anch'esse l'arco a sesto acuto, i pilastri divennero più complessi, 'pilastri a fascio', quindi tutto l'edificio crebbe in altezza e anche gli spioventi del tetto divennero più inclinati, dando maggior agio a pioggia e neve di scivolar via. Bisogna infatti considerare che il Gotico fu uno stile che ebbe molto successo nell'Europa del nord il cui clima è più rigido di quello italiano e per farvi entrare più luce vennero quasi abolite le pareti sostituite da grandi vetrate istoriate, cioè enormi finestre con vetri colorati che raffigurano scene religiose sostituendo gli affreschi parietali. A questo punto la struttura aveva bisogno di rafforzarsi: i soli pilastri non bastavano a sorreggere il peso, furono quindi usati i 'contrafforti', pilastri di rinforzo lungo le pareti esterne usati anche nello stile Romanico, dai quali una serie di semi-archi, 'archi rampanti', scaricavano il peso uno sull'altro. E su tutto una ricca decorazione scultorea, la nascita di 'pinnacoli', elementi decorativi verticali sui pilastri, spesso ricchi di bassorilievi e statue. Ed ecco sorgere in tutta Europa queste meraviglie dell'architettura gotica che ancora ammiriamo stupiti della loro altezza e dell'ardimento della loro architettura, delle geniali soluzioni adottate, dalle capacità tecnologiche. Chiese nate per esaltare la religiosità del tempo nell'aspirazione della ricerca di Dio.
Questo stile continuò per secoli ad abbellire le grandi città d'Europa, diventando col tempo 'gotico fiorito' o 'flammant', il cui nome viene dalle sue forme fiammeggianti e dalle sue ricche decorazioni.
In Italia, però, andò, diversamente. Anche noi nel XIV sec. costruimmo molte chiese, monasteri e palazzi in questo stile. Ma era uno stile lontano dalla nostra cultura, fu solo quasi una moda per noi e neppure molto seguita. Il nostro passato, la nostra cultura, che oltretutto variava da regione a regione, da città a città, influenzò le nostre scelte. Come era stato per il Romanico, anche il Gotico fu diversamente interpretato nei vari luoghi del nostro territorio. Per far comprendere questa diversità farò qualche esempio. Il Cimitero di Pisa, gotico, è ricoperto di marmo bianco e rosa, posto in strisce orizzontali, e credo che questa decorazione annulli gli effetti verticali, come nel Palazzo della Signoria a Venezia, più largo che alto, che su due colonnati sovrapposti a sesto acuto contrappone un muro pieno con rade e grandi finestre, smorzando qualsiasi senso di verticalità. Tutto è moderato, dall'altezza alla decorazione. O ancora San Francesco d'Assisi, disadorno, compatto, o i Duomi di Orvieto e Siena che lateralmente sono decorati con strisce bianche e nere, anche loro edifici romanici con un abito gotico...
Vi è però anche il Duomo di Milano, tipico esempio di 'gotico fiorito', almeno per quel che riguarda ricchezza di archi rampanti, pinnacoli, decorazioni scultoree. Ma se lo si guarda bene vediamo una chiesa romanica con tetto a capanna. Insomma anche qui sulla sua struttura di tradizione italiana (romanica) è stata posta una ricca veste gotica, ma non il suo vero spirito, le sue motivazioni.
L'Italia ha un percorso di maturazione culturale che cambierà il suo stile di vita, le sue aspirazioni, la sua arte. Nasce l'Umanesimo, e sarà proprio in questo periodo che nascerà il nome 'gotico', cioè barbaro, dato allo stile trecentesco dai nuovi intellettuali italiani. Nasceranno capolavori come la Cappella dei Pazzi, la Cupola di S. Maria Novella….. un elenco lungo e ricco e il gotico non sarà che un ricordo, mentre lo spirito del gotico fiammante invaderà l'Europa. In Italia invece il gotico verrà dimenticato e addirittura chiese gotiche col tempo verranno trasformate in barocche (vedi a Napoli Santa Chiara, distrutta però dai bombardamenti, ricostruita sui pochi resti gotici). Lo stile gotico verrà ripreso col Neogotico nel XIX sec., che a turno riproporrà l'imitazione di tutti gli stili dal Neoclassico fino all'Ecclettismo che mescolava tutti gli stili, nell'incapacità di trovare un nuovo linguaggio per esprimersi, e non c'è nulla di peggio delle imitazioni. di Maresa Sottile

mercoledì 1 marzo 2017

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli


                       
Uno dei più importanti Musei di Napoli, insieme a quello di Capodimonte, è il Museo Nazionale, un enorme edificio in rosso pompeiano e grigio piperno che ne sottolinea piani, portoni e finestre. Conserva importanti collezioni d'arte, da quella Borghese a quella Farnese, da quella Pompeiana a quella Egizia - seconda solo a quella di Torino – e ad altre private molto importanti, per non parlare di quella dei reperti di pittura pompeiana unica al mondo. Il Museo raccoglie soprattutto opere di epoca romana ed è uno dei musei archeologici più importanti d'Italia se non il più importante.
Ma anche il palazzo stesso, che contiene questi tesori, ha una lunga e complessa storia. La costruzione dell'edificio, al tempo più piccolo, risale al 1585 e la sua destinazione era a 'caserma di cavalleria' sotto il vicerè duca di Ossuna. Poi nel 1610 il viceré conte di Lemos vi trasferì il Palazzo degli Studi, cioè l'Università, ma la cosa durò poco perché nel 1680 l'Università tornò nel sito precedente, cioè il convento di San Domenico Maggiore. Per un breve periodo l'edificio ospitò il tribunale, ma Carlo di Borbone nel 1735 incaricò il famoso architetto Giovanni Medrano dei lavori di ristrutturazione e vi ricollocò l'Università. Nel 1742 per volontà di Ferdinando IV furono ripresi i lavori di ampliamento dell'edificio da parte dell'architetto Ferdinando Sanfelice e nel 1777 fu definitivamente destinato a Museo Borbonico con la Collezione Farnese, e non solo. Nell'edificio furono ospitati anche la Biblioteca, la Stamperia Reale, la Società Reale di Scienze ed Arte, il Laboratorio di pietre dure e persino l'Accademia di Pittura, Scultura e Architettura.
Per realizzare questa sistemazione fu chiamato un altro importante architetto: Ferdinando Fuga, sostituito poi da Pompeo Schiantarelli perché le innovazioni del Fuga non piacquero, così lo Schiantarelli ripristinò il salone d'ingresso a tre navate e realizzò il grande scalone di ingresso all'esterno dell'edificio che ora si apre su Via Foria (l'ampia strada - creata dopo l'abbattimento di antiche mura e altri edifici - lungo cui c'è l'Orto Botanico e l'enorme edificio dell'Albergo dei Poveri di Ferdinando Fuga) mentre l'edificio in passato aveva un ingresso molto più modesto su Via S. Teresa degli Scalzi, la grande arteria che porta a Capodimonte e alla sua Reggia. Una stazione della Metropolitana (che è stata definita la più bella del mondo) si apre sotto lo scalone del Museo rendendo ancor più facile raggiungere il Museo. Inoltre lo Schiantarelli realizzò l'enorme e splendido Salone della Meridiana.
Gli ampliamenti previsti dell'edificio furono limitati per salvare la chiesa ed il convento dei Teresiniani. In ogni caso l'edificio fu molto ampliato ed è infatti molto grande. Le vicende continuano e sono complesse. Comunque la destinazione a Museo non è mai più cambiata. Nel corso dell'800 le varie istituzioni insediate nel palazzo cambiarono sede lasciando al Museo tutti gli spazi e furono eseguiti molti lavori di restauro e consolidamento. Da allora in poi sono state donate anche molte collezioni private arricchendo ulteriormente questo polo museale tra i più importanti del Paese.
Durante la II Guerra Mondiale il grande edificio fu nelle mire sia dei tedeschi sia degli alleati, ma il Sovrintendente Amedeo Maiuri, famoso archeologo, riuscì ad impedirne la requisizione e grazie a speciali segnali sul tetto fu evitato il bombardamento anche se non mancarono i danni.
Il Museo, purtroppo, non espone tutti i reperti che possiede, proprio per la loro copiosità e mancanza di spazio. Comunque contiene opere eccezionali di arte greca (anche in copie romane) e romane, molte delle meravigliose pitture e degli splendidi mosaici ritrovati a Pompei riempiono intere sale, tra questi il celeberrimo: La Battaglia di Isso, copia romana di un dipinto greco, prima attribuito al pittore greco Filosseno di Eretria, ma forse della pittrice greca Elena. E oltre i tanti altri reperti pompeiani anche molti provenienti da Cuma, Capua, Pozzuoli, Teano, Napoli stessa. Vi sono anche splendide collezione di ori e argenti dell'epoca.
Solo per fare qualche esempio, nelle sue sale si possono ammirare dalla copia romana del Doriforo di Policleto, ai Tirranicidi, al Toro Farnese, a Venere Callipige, a ritratti romani in marmo e bronzei, tra i quali quello di Seneca, a vasi greci… 
Da alcuni anni sono stati recuperati dei giardini interni su cui si aprono loggiati colonnati chiusi da vetrate che hanno creato nuovi spazi espositivi luminosi e piacevoli.
                                                                                                                       Maresa Sottile