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mercoledì 1 marzo 2017

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli


                       
Uno dei più importanti Musei di Napoli, insieme a quello di Capodimonte, è il Museo Nazionale, un enorme edificio in rosso pompeiano e grigio piperno che ne sottolinea piani, portoni e finestre. Conserva importanti collezioni d'arte, da quella Borghese a quella Farnese, da quella Pompeiana a quella Egizia - seconda solo a quella di Torino – e ad altre private molto importanti, per non parlare di quella dei reperti di pittura pompeiana unica al mondo. Il Museo raccoglie soprattutto opere di epoca romana ed è uno dei musei archeologici più importanti d'Italia se non il più importante.
Ma anche il palazzo stesso, che contiene questi tesori, ha una lunga e complessa storia. La costruzione dell'edificio, al tempo più piccolo, risale al 1585 e la sua destinazione era a 'caserma di cavalleria' sotto il vicerè duca di Ossuna. Poi nel 1610 il viceré conte di Lemos vi trasferì il Palazzo degli Studi, cioè l'Università, ma la cosa durò poco perché nel 1680 l'Università tornò nel sito precedente, cioè il convento di San Domenico Maggiore. Per un breve periodo l'edificio ospitò il tribunale, ma Carlo di Borbone nel 1735 incaricò il famoso architetto Giovanni Medrano dei lavori di ristrutturazione e vi ricollocò l'Università. Nel 1742 per volontà di Ferdinando IV furono ripresi i lavori di ampliamento dell'edificio da parte dell'architetto Ferdinando Sanfelice e nel 1777 fu definitivamente destinato a Museo Borbonico con la Collezione Farnese, e non solo. Nell'edificio furono ospitati anche la Biblioteca, la Stamperia Reale, la Società Reale di Scienze ed Arte, il Laboratorio di pietre dure e persino l'Accademia di Pittura, Scultura e Architettura.
Per realizzare questa sistemazione fu chiamato un altro importante architetto: Ferdinando Fuga, sostituito poi da Pompeo Schiantarelli perché le innovazioni del Fuga non piacquero, così lo Schiantarelli ripristinò il salone d'ingresso a tre navate e realizzò il grande scalone di ingresso all'esterno dell'edificio che ora si apre su Via Foria (l'ampia strada - creata dopo l'abbattimento di antiche mura e altri edifici - lungo cui c'è l'Orto Botanico e l'enorme edificio dell'Albergo dei Poveri di Ferdinando Fuga) mentre l'edificio in passato aveva un ingresso molto più modesto su Via S. Teresa degli Scalzi, la grande arteria che porta a Capodimonte e alla sua Reggia. Una stazione della Metropolitana (che è stata definita la più bella del mondo) si apre sotto lo scalone del Museo rendendo ancor più facile raggiungere il Museo. Inoltre lo Schiantarelli realizzò l'enorme e splendido Salone della Meridiana.
Gli ampliamenti previsti dell'edificio furono limitati per salvare la chiesa ed il convento dei Teresiniani. In ogni caso l'edificio fu molto ampliato ed è infatti molto grande. Le vicende continuano e sono complesse. Comunque la destinazione a Museo non è mai più cambiata. Nel corso dell'800 le varie istituzioni insediate nel palazzo cambiarono sede lasciando al Museo tutti gli spazi e furono eseguiti molti lavori di restauro e consolidamento. Da allora in poi sono state donate anche molte collezioni private arricchendo ulteriormente questo polo museale tra i più importanti del Paese.
Durante la II Guerra Mondiale il grande edificio fu nelle mire sia dei tedeschi sia degli alleati, ma il Sovrintendente Amedeo Maiuri, famoso archeologo, riuscì ad impedirne la requisizione e grazie a speciali segnali sul tetto fu evitato il bombardamento anche se non mancarono i danni.
Il Museo, purtroppo, non espone tutti i reperti che possiede, proprio per la loro copiosità e mancanza di spazio. Comunque contiene opere eccezionali di arte greca (anche in copie romane) e romane, molte delle meravigliose pitture e degli splendidi mosaici ritrovati a Pompei riempiono intere sale, tra questi il celeberrimo: La Battaglia di Isso, copia romana di un dipinto greco, prima attribuito al pittore greco Filosseno di Eretria, ma forse della pittrice greca Elena. E oltre i tanti altri reperti pompeiani anche molti provenienti da Cuma, Capua, Pozzuoli, Teano, Napoli stessa. Vi sono anche splendide collezione di ori e argenti dell'epoca.
Solo per fare qualche esempio, nelle sue sale si possono ammirare dalla copia romana del Doriforo di Policleto, ai Tirranicidi, al Toro Farnese, a Venere Callipige, a ritratti romani in marmo e bronzei, tra i quali quello di Seneca, a vasi greci… 
Da alcuni anni sono stati recuperati dei giardini interni su cui si aprono loggiati colonnati chiusi da vetrate che hanno creato nuovi spazi espositivi luminosi e piacevoli.
                                                                                                                       Maresa Sottile



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