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martedì 6 giugno 2017

Fede Galizia,


Non  è certo il  luogo di nascita di Fede Galizia, Trento o Milano? 1578, figlia del pittore miniaturista e artigiano di oggetti di lusso Nunzio, che fu maestro della sua precoce attitudine, e inoltre, come d'uso al tempo, eseguì molte copie di opere di grandi artisti. A 12 anni era già a lavoro. Preferì restare nubile probabilmente per non rinunziare alla propria vocazione pittorica. Morì nel 1630 durante la peste di Milano raccontata nei Promessi Sposi dal Manzoni.
Come tutte le pittrici del passato iniziò come ritrattista, ma presto la sua fama le portò anche commissioni di altro genere quali tele di soggetto religioso e opere con soggetti mitologici. Dipinse anche molte bellissime nature morte, genere dimenticato per secoli e ripreso da pochi anni dal già famoso Caravaggio col giovanile 'Canestro di frutta', inizio di una serie infinita di pitture sul tema in tutta Europa. Lo storico dell'arte F: Caroli fa notare che “Il canestro di frutta” di Caravaggio restò un'opera in realtà unica e isolata di Caravaggio che non dipinse altre così dette 'nature morte' se non inserite in tele di altro argomento, e Ambrogio Figino, pittore milanese del tempo ne dipinse una già nel 1590, prima ancora di quella caravaggesca che è del 1599. La Galizia provò grande interesse per questo genere ed eseguì molte tele con splendide nature morte arricchite da oggetti di metallo e porcellana, contribuendo alla diffusione del genere in tutta Europa. Le nature morte, anche quella di Caravaggio, avevano spesso un significato simbolico religioso, perché fiori, frutti, insetti, oggetti possono avere significati che travalicano l'immagine apparente. Tutta la pittura ha significati nascosti in immagini simboliche. Grazie al collega Arcimboldi, anche lui operante a Milano, il suo lavoro fu conosciuto e ammirato alla corte di Rodolfo II a Praga.
A New York possiamo trovare un suo Canestro di frutta al Metropolitan Museum of Art e una 'Giuditta con la testa di Oloferne' al Ringling Museum of Art, a Milano al Museo di Brera un Noli me tangere e un altro nella chiesa di Santo Stefano, opere davvero tutte degne di tali luoghi. Fede Galizia, amata anche da Roberto Longhi, è un artista davvero notevole: non è solo padrona della tecnica,  le sue opere, sia le figurative che le nature morte, sono avvolte in un'atmosfera particolare, malinconica e riflessiva. Galizia osserva cose, persone con sincerità, ma trasfonde in esse un distacco melanconico, forse determinato dalla sua esperienza di donna dedita  all'arte e sola, probabilmente senza una propria vita  emozionale.
                                            Maresa Sottile

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