Il Libraio
Profumo di carta stampata, malia di parole che volano tra vecchi scaffali di legno scuro: tutto sparito tra nuvole turbolente. Ombre sbiadite che si trasformano in pulviscolo e svaniscono. Megastore ipertecnologici, giovani, sosia-vestiti, indifferenti e professionali, luci sparate a migliaia di watt, sottofondi musicali di alto gradimento. Il libraio, mago, custode saggio del sapere del mondo, del pensiero degli uomini: mitologico come un centauro.
Libraio: resterà nelle colonne di parole dei dizionari; mestiere antico, di cui si farà un qualche sperduto museo come degli altri mestieri scomparsi, visitato casualmente da distratti viaggiatori che racconteranno la stravaganza di personaggi che conoscevano tanti libri, tanti scrittori, tante edizioni rare, che… Che importa tanto non c’è più e nessuno lo rimpiange, il libraio vendeva libri infondo, allora c’è ancora, anzi ce ne sono tanti, sosia-vestiti, che ti possono vendere anche un cellulare, un CD, un DVD, un Pc,…offrire un mosquito, un caffè…
Raggi di sole filtrati dal pulviscolo di parole frantumate che in un sfarfallio volano via. Abbiamo perso le ‘atmosfere’, quelle che rendevano anche le cose semplici e comuni più piacevoli. Le ‘atmosfere’ sono una cosa rara, parlano all’anima, alla fantasia, ci fanno vedere coriandoli dove ci sono stracci, anche le atmosfere sono volate via con le parole, con i librai, con l’immaginazione, disperse negli spazi siderei. Forse tutte insieme si poggeranno su una stella e nascerà una foresta di pensieri, parole, immaginazione ed i librai ne saranno i guardiani sapienti.
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