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giovedì 23 gennaio 2014

Una divertente lettera scritta da Francesco Mastriani (1819_1891 Na. Giornalista, scrittore) a sua madre

Carissima Madre, Il tempo è sempre tempo, e in questi tempi di cattivo tempo si perde tempo e non si ha tempo di acquistare un poco di tempo per mettere a profitto il tempo. Ora, per non perder tempo,essendo che il tempo non ci permette di recarci da voi a tempo, avrete la bontà di avvalervi di un minuto di tempo, per ammazzare il tempo, e farvi un mercante, giuoco adatto al tempo. Mi manca il tempo di scrivervi più a lungo. Salutatemi Papà. Venite con Emilia e Giulia. Vostro devotissimo figlio Se non avete tempo di venire, o il tempo non ve lo permette, avrò il tempo di venire da voi Francesco Mastriani

domenica 12 gennaio 2014

La grande Mostra di Rodin a Palazzo Reale di Milano articolo su ALBATROS MAGAZINE di gennaio 2014

Veramente una mostra molto ricca quella dedicata ad Auguste Rodin al Palazzo Reale di Milano, titolata 'Il marmo, la vita' e inaugurata il 17/10, e che sarà visitabile fino al 26 gennaio. Nella Sala delle Cariatidi, su impalcature metalliche che sostengono lunghe assi di legno (allestimento di Didier Faustino) sono esposte 62 opere, prestate da Musei francesi, in testa il Museo Rodin, testimonianti il percorso dell'artista, che partendo dallo studio di Michelangelo e adottandone il 'non finito', diede una svolta alla scultura europea del suo tempo. E proprio a Milano, al Castello Sforzesco, si può ammirare la dolorosa 'Pietà Rondanini', nella quale il 'non finito' michelangiolesco raggiunge il punto più alto nel suo valore artistico di espressione dell'umana sofferenza, e che si può vedere proprio in collegamento con la Mostra di Rodin con un biglietto ridottissimo, Nato nel 1840 a Parigi, Rodin frequentò la Scuola Nazionale di Arti Decorative e dopo un lungo apprendistato presso vari artisti, perché bocciato all'esame di ammissione alla Scuola di Belle Arti, fece un viaggio in Italia nel 1875 e fu affascinato da Michelangelo, del quale adottò per sempre il 'non finito', che però in lui assumerà una valenza diversa da quella dell'artista italiano. Attraverso questa tecnica, creando composizioni di piani, spesso in una forma chiusa e dalle linee e forme tese, e al contempo in forte movimento, creando forti chiaroscuri, Rodin liberò la scultura dalla glacialità del neoclassicismo. Col tempo il 'non finito' 'invaderà' l'opera di Rodin, forse per le influenze impressioniste della pittura che esplode a Parigi nella seconda metà dell'800, e della quale sarà testimone, lasciando, sempre più, parti dell'opera appena affioranti dal marmo e appena delineate. L'effetto del 'non finito' di Rodin è quasi l'opposto di quello del 'non finito' michelangiolesco. Mentre le opere del genio italiano esprimono l'oppressione della materia dalla quale l'Uomo tenta con fatica di liberarsi, nell'opera di Rodin dalla materia grezza sorgono, si materializzano immagini articolate, che si muovono con leggerezza, si contorcono, si avvinghiano, si espandono. In esse si ritrovano le esperienze dell'arte classica, ma anche del romanticismo, nonché una carica piuttosto sensuale ed erotica e anche qualche anticipo di surrealismo ed espressionismo. Nella sua vita, morì a settantasette anni nel '17, Rodin lavorò molto, ebbe molte commissioni ufficiali tanto da arrivare ad usare dei collaboratori, eseguì molti monumenti come 'I borghesi di Calais', il ritratto di Honoré de Balzac, 'Il pensatore', ma certo questa mostra è un panorama ampio del suo lavoro, infatti è la più ricca mai realizzata. La prima opera che si incontra nella Mostra è proprio 'L'uomo col naso rotto', ritratto del grande toscano, che gli suggerì la chiave della sua cifra artistica. Ci sono poi il famosissimo 'Il bacio', 'Le mani di Dio', 'Amore e Psiche' in varie versioni, ritratti, 'Illusione, sorella di Icaro', 'Paolo e Francesca ' e tante altre. Davvero un ricco excursus del suo lavoro, che permette al visitatore di farsi una idea ben precisa dell'opera e dello stile dell'artista. La mostra arriverà alle Terme di Diocleziano a Roma.
                                                                                         Maresa Sottile

Pollock e gli Irascibili Interessante Mostra a Milano Articolo su ALBATROS MAGAZINE di Gennaio 2014

Non c'è dubbio che Milano ogni anno proponga splendide e importanti mostre davvero da non perdere. Nella seconda metà di quest'anno ce ne sono quattro, tutte a Palazzo Reale e tutte importanti e soprattutto interessanti: Rodin Il marmo, la vita, fino al 26 gennaio; Il volto del '900 da Matisse a Bacon, fino al 19 gennaio; Warhol, dalla Collezione di Peter Brant, fino al 2 marzo; Pollock e gli Irascibili, fino al 24 febbraio. Pollock e gli Irascibili è, indubbiamente, una mostra molto interessante, curata da Carter E. Foster e Luca Beatrice, che comprende la famosa fotografia di Nina Leen pubblicata da Life nel gennaio del '51, che rappresenta quindici dei diciotto pittori, chiamati dall'Herald Tribune 'irascibili' per la protesta, espressa in una lettera dell'anno prima al direttore del Metropolitan Museum di N.Y., per essere stati esclusi da una grande mostra sull'arte contemporanea americana. Nella foto ci sono quindici dei diciotto firmatari, vestiti da banchieri. Al centro Jackson Pollock, intorno a lui tra i più famosi artisti americani del '900: Rothko, de Kooning, Brooks, Newman, Motherwell, Tomlin, Ernst, Still, Baziotes, Reinhardt, Paussette-Dart, Stamos, Gottlieb e la Stern, sola donna del gruppo. Jackson Pollock è il personaggio principale della mostra e il suo famoso Untitle 27, opera lunga tre metri, per questo non facilmente trasportabile, è una delle sue più importanti. La pittura di Pollock vista dal vivo emana un fascino che le riproduzioni fotografiche non gli rendono: le sue tele hanno un fattore emotivo che coinvolge. Nell'arco di poco più di dieci anni l'originalità del suo pensiero e delle sue opere sconvolge il mondo artistico americano ed europeo. Il suo dripping, sgocciolamento dei colori, e l'uso di strumenti non tradizionali, crea quella che è chiamata action painting, nella quale la pittura nasce dal gesto, dal corpo. Ma il gesto, il corpo non fanno che riflettere lo stato emotivo dell'artista che lo esegue, come una scrittura dell'anima. Ancora una volta un innovatore cambia modi e contenuti dell'arte. Quell'intrico di colori, che sembrano non rappresentare nulla, hanno invece forte valenza espressiva e grande pittoricità. Pollock non dipinge più sul cavalletto, stende a terra le sue, spesso ampie, tele e ad un certo punto del suo lavoro usa addirittura colori industriali, eppure le sfumature dei suoi colori sono spesso preziose. Nella New York della prima metà del '900 si concentra e riparte l'arte del nuovo secolo. Grandi artisti dell'epoca vi passeranno, in fuga da un'Europa in preda alla follia hitleriana, diventando ciò che era stata Parigi nell'Ottocento. In questo clima, ancora una volta un artista, Pollock, cambierà i modi espressivi dell'arte, che spesso si ferma nella ripetitività di precedenti innovatori, creando una sua cifra inconfondibile, ma che al tempo stesso servirà da imput ad altri artisti che riusciranno a loro volta a creare, nello stesso filone, un proprio linguaggio, come de Kooning, Kline, Newman, Rothko, Hofmann, e altri, presenti nella mostra con opere molto interessanti. Pollock ebbe molto successo, anche se non diventò mai ricco, supportato anche da una delle più generose e lungimiranti 'mecenate' del '900, Peggy Guggenheim. Jackson Pollock, nato nel '12 nel Wyoming, muore nel '56, a soli quarantaquattro anni, al volante della sua auto. L'incidente fu causato dal suo stato di ubriachezza.
                                                                                                                           Maresa Sottile