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mercoledì 11 marzo 2015

Jan Vermer

Pittore olandese del XVII sec. Jan Verneer (1632-1675) per un certo tempo rimase poco conosciuto. L'interesse degli storici dell'arte per lui è stata tardiva ed è giunta solo alla fine dell'800 grazie allo studioso dell'arte Pieter Van Ruijven ed anche a Marcel Proust che apprezzò la calma silenziosa dei suoi interni che portava ad una profonda riflessione. La sua conoscenza da parte di un vasto pubblico è legata ad un libro ed a un film, passato anche più volte in televisione, che lo ha reso popolarissimo. Nato a Delft non andò mai fuori dell'Olanda, forse dalla sua città e la sua fama rimase infatti circoscritta ad essa. La sua arte non lo arricchì, e quando morì, ancora giovane, lasciò la moglie e i numerosi figli in pessime acque tanto che la vedova chiese di pagare i debiti del marito con i suoi dipinti. Pur avendo ereditato dal padre le sue attività commerciali, egli si trasferì in casa della suocera che sin dall'inizio mantenne la sua famiglia e poi economicamente lo aiutò sempre. In effetti della sua vita non si sa molto. Vermeer comunque si conquistò un certo prestigio, tanto da diventare Sindaco della Gilda di Delft (Corporazione in cui si riunivano gli artigiani e gli artisti), ed ebbe alcuni facoltosi clienti tra cui un vero e proprio mecenate in un ricco signore della città,Théophile Thoré-Burger. Le notizie su Vermeer sono però assai poche e quasi mai certe sia per la lunga dimenticanza sia per la mancanza di documenti. Andò a bottega per studiare presso un pittore locale piuttosto noto, come già in Italia non si faceva più. Probabilmente venne in contatto con importanti artisti del suo tempo e conobbe l'opera del Caravaggio, ma non direttamente visto che non lasciò mai il suo Paese. I suo dipinti sono quasi tutti interni domestici, restano solo due paesaggi. Essi hanno sempre inquadrature particolari, sembrano quasi degli scatti fotografici: splendide inquadrature di interni che colgono momenti sempre assai intimi e familiari. Pare che usasse la “Camera Ottica” ormai largamente usata soprattutto per i paesaggi. Inoltre nelle sue opere fa un uso della luce di derivazione caravaggesca. Nei suoi interni è molto attento e preciso nella descrizione dell'ambiente e a ciò che esso contiene, oggetti, quadri, tessuti. E spesso questi elementi si ritrovano in più opere. E a volte collegate alla scena rappresentata le danno un significato diverso da quello apparente. La vita domestica e la gente comune sono uno degli argomenti preferiti nella pittura fiamminga già da tempo, diversamente dall'Italia dove la religione ha un peso fondamentale. Caravaggio, pur dipingendo soggetti religiosi aveva portato i suoi personaggi e l'ambiente in cui si svolgeva la scena in un mondo più realistico e contemporaneo, vedi La vocazione di San Matteo, nella quale la scena si svolge in un ambiente chiuso, una stanza che poteva essere una taverna, aveva introdotto anche lui un elemento realisticamente di attualità anche nell'abbigliamento e nei personaggi rappresentati, ma solo nel '700 in Italia nascerà quella che si chiama 'pittura di genere' e che parla del quotidiano e della gente comune. L'arte fiamminga invece ha avuto da sempre questa connotazione di quotidianità, di personaggi comuni, rappresentando anche il lavoro più umile, l'abito del povero, la fisionomia dell'uomo comune. Vermeer in un certo senso inserisce il concetto di luce di tipo quasi caravaggesco alla quotidianità della sua tradizione fiamminga. Ma questa è solo l'apparenza. In realtà le opere di Vermeer non sono proprio quello che rappresentano. In quella puntualità nel descrivere ambienti ed oggetti che ne fanno parte c'è spesso il probabile significato delle sue opere. Un significato più alto che non ha a che fare con la pittura realistica 'di genere'. Già l'uso del colore è particolare, fatto a piccoli punti e con dei puntini bianchi che danno effetti di luce particolare. Colori che spesso si ripetono, ama il giallo e l'azzurro. Questi squarci di vita e attività quotidiane, narrate quietamente come delle istantanee, assumono un valore universale più alto. Hanno a che vedere col senso della vita, con l'anelito dello spirito umano verso significati più profondi. Sentimenti, cultura e desiderio di sapere. Sono opere colte quelle di Vermeer, cariche di simboli, di notizie, di richiami culturali. Ambienti silenziosi in cui si è portati a pensare, a riflettere, ad interrogarsi. Le opere attribuite a Vermeer sono circa una quarantina, ma molti non le credono tutte sue perché un famoso falsario pare che abbia dipinto vari Vermeer. Eppure anche nel numero esiguo dei dipinti certi l'artista ha creato un suo mondo che è un vero e proprio caso artistico ancora studiato oltre che ammirato da molti.
    Maresa Sottile

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