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mercoledì 4 marzo 2015

Paola Levi Montalcini un'artista affascinata dalla scienza

Il nome di Rita Levi Montalcini è noto certamente a tutti, soprattutto in Italia, dopo che nel 1986 ricevette il Premio Nobel per la Medicina, dimostrando ancora una volta che intellettualmente le donne sono eguali agli uomini e che la loro intelligenza può assurgere a livelli altissimi, anche nel mondo scientifico, ambito nel quale un tempo le donne non erano ammesse. Le donne per secoli sono state escluse da questi studi perché ritenute incapaci, con doti intellettive inferiori. Anche se già dall'antichità avevano dimostrato il contrario. Meno noto è il nome della sua gemella Paola. E soprattutto non molti sanno che è stata una pittrice e scultrice, un'artista di indubbio talento. Allieva del grande Casorati, assieme a quella che diverrà la moglie di lui, la nipote del famoso scrittore Somerset Maugham, ma anche a Lalla Romano ed altre. Partecipa al movimento futurista, poi al MAC (Movimento Arte Concreta), conosce e frequenta l'Intelligentia artistica del suo tempo da Argan a De Chirico. Sposa un poeta futurista. Dopo il periodo della guerra riprende il suo lavoro guardando all'astrattismo, alla fotografia e, come la gran parte degli artisti dell'epoca, a nuovi materiali con cui esprimersi. Molto informata su quanto accade nel mondo dell'arte e non solo in Italia, quindi a conoscenza di tutte le filosofie ed i movimenti artistici del suo tempo, è però molto influenzata dalle attitudini familiari: cioè dal mondo scientifico e matematico. Padre, fratello, sorella sono interessati alla matematica ed alla scienza e Paola sente il fascino dei numeri, dei misteri che celano il mondo della matematica e delle Scienze, che stimolano la sua fantasia d'artista. Mondi misteriosi e fascinosi, che sembrano non legare con l'espressione artistica nel concetto che mi sembra superato (vedi anche Escher), che l'Arte sia espressione di sentimento, e la Scienza fredda espressione intellettuale, e in cui invece la Levi trova ispirazione diventandone il contraltare artistico. Ed è affascinata, oltre che dai numeri e dalle figure geometriche, dalle possibilità espressive dei materiali, dai metalli a quelli plastici, fino alla luce, alla cinesi e alla computer grafica. Di lei hanno scritto grandi storici e critici dell'arte come Argan e Dorfless e la stessa sorella Rita, che ha donato, alla sua morte alla Galleria d'Arte Moderna quaranta sue opere.
                                                                              Maresa Sottile

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