Nell'agosto
del 1916 moriva a Chievo,
in provincia di Verona,
cadendo da cavallo durante
una esercitazione militare, Umberto
Boccioni, il più importante rappresentate del Movimento Futurista,
grande pittore e scultore. Aveva circa
34
anni.
Il
Futurismo è stato il più importante Movimento Artistico italiano
del '900, e
ha influenzato gran parte degli artisti del periodo in
tutto il mondo,
inoltre è
stato il Movimento Artistico di più lunga durata che ci sia mai
stato.
Di
famiglia romagnola, Boccioni
nacque a Reggio Calabria, dove il padre era stato temporaneamente
trasferito. Infatti per il lavoro del capofamiglia Umberto visse
anche a Forlì, Genova, Padova, Catania, dove
Umberto prese
un diploma, collaborò
a giornali e scrisse
anche un romanzo,
e
infine
nel 1901 giunse
a
Roma. Qui
si
iscrisse
ad
una scuola per cartellonisti
e conobbe
Gino Severini
col
quale frequentò
lo studio
di Giacomo Balla e
conobbe
Mario Sironi. Poi Umberto intraprese
dei viaggi, Parigi e la
Russia. Tornato si iscrisse alla Scuola libera di Nudo a Venezia che
lasciò
per un altro viaggio che avrebbe dovuto
riportarlo in Russia, ma giunto a Monaco di Baviera rientrò in
Italia. Ormai Boccioni ha
conosciuto il Divisionismo, il Simbolismo, a Monaco il movimento
Sturm und Drang e si
è dedicato
totalmente
alla
pittura ma
l'Italia e la sua
situazione
artistica lo lasciano
insoddisfatto per
il loro
provincialismo.
Nel
1907 raggiunge la madre e la sorella a Milano, dove ora vivono. Qui
arricchisce le sue conoscenze artistiche con nuove amicizie e visite
a Musei. Viene
a contatto con il Simbolismo e la Secessione viennese, restandone in
parte coinvolto.
Ma l'evento più importante è l'incontro con Marinetti ed il gruppo
che si va formando intorno a questi.
Ha
venticinque anni e ha
trovato la sua strada. Boccioni è il principale autore del manifesto
della pittura futurista. Sì perché Marinetti ha fatto Manifesti per
tutto, pittura, architettura, poesia… persino per una cucina
futurista. Grande comunicatore, lancia il suo
Movimento
grazie alla pubblicazione del
Manifesto Futurista
sul Le Figaro di Parigi, ormai capitale dell'Arte,
dopo
la pubblicazione su più giornali in Italia, compresa Napoli, senza
grande riscontro. Ma Parigi è Parigi.
Il
Futurismo esalta la velocità, il movimento, il progresso, disprezza
il passato in ogni sua forma in un modo che oggi chiameremmo
politicamente scorretto. Ma è grazie all'esasperazione urlata delle
sue idee che Marinetti
e
il Futurismo si impongono,
fanno
discutere, litigare, ma conquistano.
Boccioni,
il massimo artista del Movimento, è certamente un grande artista. I
suoi quadri sono nuovi, raccontano
il movimento travolgente
nelle forme e dei
colori come in:
La
città che sale, Dinamismo
di un ciclista, La strada entra nella casa, Stati d'animo serie II
Gli addii,
titoli
molto pertinenti per opere che ti prendono nel loro turbinio di
movimento e colore,
e ancor più nella scultura nel magnifico, splendido: Forme
uniche nella continuità dello spazio,
nel quale il corpo in movimento si espande con
un senso di movimento e spazio coinvolgenti,
raramente raggiunti nell'arte.
Boccioni
è'
talmente convinto della nuova svolta dell'Arte che ne scrive:
“Pittura Scultura Futuriste” e “Dinamismo Plastico.”
Ma
intanto scoppia la Prima Guerra Mondiale e come tanti, anche del suo
gruppo, Marinetti compreso, che
vengono
richiamati o vanno volontari, Boccioni
indossa la divisa.
E così, in un
incidente
banale, perde la vita uno dei maggiori artisti del Novecento. Di
lui restano le sue
magnifiche e avvincenti
opere, espressione di un mutamento che, con tante altre forme, idee,
movimenti, esperimenti, ricerche, cambieranno
l'Arte per sempre.
Maresa Sottile
Articolo pubblicato sul n.ro di Dicembre 2016 di Albatros Magazine