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lunedì 19 dicembre 2016

Cent'anni fa moriva Umberto Boccioni massimo esponente del Futurismo


                                                                 
Nell'agosto del 1916 moriva a Chievo, in provincia di Verona, cadendo da cavallo durante una esercitazione militare, Umberto Boccioni, il più importante rappresentate del Movimento Futurista, grande pittore e scultore. Aveva circa 34 anni.
Il Futurismo è stato il più importante Movimento Artistico italiano del '900, e ha influenzato gran parte degli artisti del periodo in tutto il mondo, inoltre è stato il Movimento Artistico di più lunga durata che ci sia mai stato.
Di famiglia romagnola, Boccioni nacque a Reggio Calabria, dove il padre era stato temporaneamente trasferito. Infatti per il lavoro del capofamiglia Umberto visse anche a Forlì, Genova, Padova, Catania, dove Umberto prese un diploma, collaborò a giornali e scrisse anche un romanzo, e infine nel 1901 giunse a Roma. Qui si iscrisse ad una scuola per cartellonisti e conobbe Gino Severini col quale frequentò lo studio di Giacomo Balla e conobbe Mario Sironi. Poi Umberto intraprese dei viaggi, Parigi e la Russia. Tornato si iscrisse alla Scuola libera di Nudo a Venezia che lasc per un altro viaggio che avrebbe dovuto riportarlo in Russia, ma giunto a Monaco di Baviera rientrò in Italia. Ormai Boccioni ha conosciuto il Divisionismo, il Simbolismo, a Monaco il movimento Sturm und Drang e si è dedicato totalmente alla pittura ma l'Italia e la sua situazione artistica lo lasciano insoddisfatto per il loro provincialismo.
Nel 1907 raggiunge la madre e la sorella a Milano, dove ora vivono. Qui arricchisce le sue conoscenze artistiche con nuove amicizie e visite a Musei. Viene a contatto con il Simbolismo e la Secessione viennese, restandone in parte coinvolto. Ma l'evento più importante è l'incontro con Marinetti ed il gruppo che si va formando intorno a questi. Ha venticinque anni e ha trovato la sua strada. Boccioni è il principale autore del manifesto della pittura futurista. Sì perché Marinetti ha fatto Manifesti per tutto, pittura, architettura, poesia… persino per una cucina futurista. Grande comunicatore, lancia il suo Movimento grazie alla pubblicazione del Manifesto Futurista sul Le Figaro di Parigi, ormai capitale dell'Arte, dopo la pubblicazione su più giornali in Italia, compresa Napoli, senza grande riscontro. Ma Parigi è Parigi.
Il Futurismo esalta la velocità, il movimento, il progresso, disprezza il passato in ogni sua forma in un modo che oggi chiameremmo politicamente scorretto. Ma è grazie all'esasperazione urlata delle sue idee che Marinetti e il Futurismo si impongono, fanno discutere, litigare, ma conquistano.
Boccioni, il massimo artista del Movimento, è certamente un grande artista. I suoi quadri sono nuovi, raccontano il movimento travolgente nelle forme e dei colori come in: La città che sale, Dinamismo di un ciclista, La strada entra nella casa, Stati d'animo serie II Gli addii, titoli molto pertinenti per opere che ti prendono nel loro turbinio di movimento e colore, e ancor più nella scultura nel magnifico, splendido: Forme uniche nella continuità dello spazio, nel quale il corpo in movimento si espande con un senso di movimento e spazio coinvolgenti, raramente raggiunti nell'arte. Boccioni è' talmente convinto della nuova svolta dell'Arte che ne scrive: “Pittura Scultura Futuriste” e “Dinamismo Plastico.”
Ma intanto scoppia la Prima Guerra Mondiale e come tanti, anche del suo gruppo, Marinetti compreso, che vengono richiamati o vanno volontari, Boccioni indossa la divisa. E così, in un incidente banale, perde la vita uno dei maggiori artisti del Novecento. Di lui restano le sue magnifiche e avvincenti opere, espressione di un mutamento che, con tante altre forme, idee, movimenti, esperimenti, ricerche, cambieranno l'Arte per sempre.
                                                                                     Maresa Sottile
Articolo pubblicato sul n.ro di Dicembre 2016 di Albatros Magazine





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