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venerdì 29 giugno 2018

Rosa Bonheur, la pittrice fuori dagli schemi


Nella Storia dell'Arte delle donne vi sono moltissime storie affascinanti e particolari. Una delle più 'strane' è di certo quella di Rosa Bonheur. Strana perché è riuscita a superare tutte le 'barriere' sociali moralistiche del suo tempo.
L'800 è stato un secolo fortemente bigotto nel quale le donne hanno perso ancor più autonomia. Gli esiti della Rivoluzione Francese, nella quale esse furono al fianco degli uomini, fu molto deludente per loro. Basti dire che alle donne fu negato anche il diritto alla cittadinanza. La discreta libertà raggiunta nel '700, svanì del tutto. Una donna che volesse 'intraprendere' una carriera lavorativa ne era totalmente impossibilitata. Figurarsi fare la 'pittrice' o la 'scultrice'. Eppure, nonostante fosse loro negato anche l'accesso alle Accademie d'Arte, le donne artiste in questo secolo sono cresciute in modo esponenziale.
Gli uomini, quelli che trovavano immorale che una donna avesse qualsiasi tipo di possibilità artistica e lavorativa, aprirono Accademie private dove ammettevano a pagamento le donne! O le accoglievano come allieve private.
Ma le donne non si fecero intimidire e continuarono per la loro strada nonostante difficoltà, discriminazioni, riuscendo a portare avanti le proprie aspirazioni. Negli Stati Uniti, ad un certo punto l'accettazione maschile arrivò prima, nacque la 'donna nuova', ma in Europa sicuramente le donne faticarono di più. Molte ebbero anche un certo successo nonostante tutto, il punto è che poi sono state escluse dalla memoria. Fortunatamente nuovi studi da alcuni decenni hanno riportato alla ribalta artiste donne degne davvero di nota.
Tra queste spicca la storia di Rosa Bonheur (1822/1898), artista figlia d'arte e donna fuori da ogni schema del tempo. Rosa portava i pantaloni. Sì perché frequentava i mercati di bestiame ed i macelli! Così ogni sei mesi le rinnovavano il permesso di indossarli. Infatti dipingeva bestiame con grande forza ed in tele enormi, al di fuori dai temi pittorici soprattutto femminili, e con dimensioni desuete anche per gli uomini. Inoltre Rosa visse per quasi tutta la vita con una compagna, una ragazza conosciuta quando aveva solo quattordici anni. E quando questa morì poi incontrò un'altra nota pittrice, l'americana Anna E. Klumpke, con la quale visse fino alla propria morte, lasciandola erede universale, oltre ad autorizzarla a scrivere la sua biografia. La cosa più particolare è che pur essendo noto il suo modo vi essere e di vivere, non ci fu scandalo attorno a lei. E la cosa sembra incredibile. Nonostante tutto  Rosa fu famosa, anche fuori dalla Francia, persino negli Stati Uniti, tanto che Pecos Bill durante una sua tournee volle conoscerla, e fu insignita della Legion d'Onore. Ma non illudiamoci troppo, fu un caso fortunato, e, se non unico, piuttosto raro.

 

sabato 9 giugno 2018

500 anni fa nasceva Jacopo Robusti detto il Tintoretto


Jacopo Robusti, il famoso pittore noto come il Tintoretto, nasceva 500 anni fa, nel 1518, a Venezia e deve il suo soprannome al fatto che il padre fosse un tintore di sete, forse di origine toscana. La sua attitudine artistica fu molto precoce, tanto che a soli 21 anni era già un pittore autonomo, cioè lavorava in proprio e non era in bottega da altri, ma della sua giovinezza e formazione artistica si sa poco.
Pare fosse stato a bottega dal famoso pittore Tiziano, ma in merito vi sono notizie contrastanti. Fu comunque un artista influenzato dalle esperienze dei grandi del Rinascimento, dal lavoro dei suoi conterranei Giorgione e Tiziano, ma trovando una cifra propria e divenendo uno dei maggiori artisti del suo tempo. Le sue opere quasi sempre religiose, dipinse però anche molti ritratti, hanno infatti peculiarità proprie che lo distinguono, rendendolo un artista unico. Le sue composizioni sono complesse, molto movimentate, piene di diagonali, quasi violente con un uso particolare della luce. La luce è una delle cose che caratterizza la pittura veneziana, che nasce e si sviluppa in una città d'acqua dai mille riflessi e tutti gli artisti veneziani ne sono stati sedotti e ispirati, ognuno a suo modo, dimostrando grande sensibilità per questo elemento.
Si dice che Tintoretto costruisse dei teatrini con figure di cera e li illuminasse con candele per studiare gli effetti della luce. E sembra non sia stato l'unico ad usare questo genere di espediente, anche Caravaggio, un secolo dopo, si sa che facesse lo stesso. Tra i suoi capolavori nel quale si può notare quanto detto vi è 'Il ritrovamento del corpo di San Marco, oggi alla Pinacoteca di Brera a Milano.
Le sue opere della maturità sono spesso caratterizzate da contorni luminosi delle figure.
Altra cosa molto interessante della sua storia artistica e privata è la presenza della sua adorata figlia Marietta, della quale dovette cogliere le grandi capacità. Infatti Marietta fu sua collaboratrice importantissima. Sin da ragazzina Tintoretto la vestiva da maschio e la portava con sé sui ponteggi, affidandole parte del lavoro, cosa per quei tempi assolutamente particolare perché la presenza delle donne nell'arte era già cosa rara, seppure esisteva, ma su un punteggio era quasi impensabile, anche se pure questo accadeva talvolta. Marietta era molto brava e Tintoretto chiaramente ne era cosciente.
Marietta però morì giovanissima di parto.
Si era sposata con un gioielliere con il patto di non lasciare il padre e la sua morte colpì in modo terribile il pittore che non si riprese più da questa perdita, morendo anche lui quattro anni dopo. Interessante di questa vicenda è che, restaurando dipinti dell'artista, si sono trovate opere contrassegnate con una M, segno indiscusso della firma di Marietta, che viene ora annoverata tra le artiste del tempo e non solo aiutante del famoso pittore.
Venezia, naturalmente, festeggerà questo anniversario con una grande Mostra internazionale, con opere reperite da tutti i musei del mondo, che si inaugurerà il 7 settembre con due poli espositivi: Palazzo Ducale e le Gallerie dell'Accademia. La mostra nel 2019 si trasferirà a Washington.
Maresa Sottile     

Articolo pubblicato sul mensile ALBATROS giugno 2018