Egon Schiele
e il suo tempo
Egon Schiele incarna lo stereotipo dell'artista: inquieto, scandaloso, ribelle, cocciuto, tormentato, dalla vita disordinata. Quest'immagine è confermata dalla bella mostra a Palazzo Reale di Milano, curata da Rudolf Leopold e Franz Smola, che l'hanno arricchita con opere degli artisti dell'epoca, da Klimt a Kokoschka, Moser, Gerstl, ricreando così l'ambiente, l'atmosfera in cui crebbe e lavorò Schiele.
Nato nel 1890, Schiele visse un momento molto vivace e importante della vita culturale viennese: la nascita della Secessione e poi dell'Espressionismo; ebbe anche una stretta amicizia con Gustav Klimt, artista ormai affermato, pur se non ne condivise la svolta più decorativa e di compiacente erotismo imboccata dall'amico-maestro, che ciononostante lo ammirò ed aiutò. Ma Schiele ebbe egualmente vita difficile. Tacciato persino di pornografia per le sue rappresentazioni estremamente realistiche del corpo femminile, poi accusato di stupro su una minorenne, accusa che cadde, finì 24 giorni in prigione per i disegni 'osceni' trovati in casa sua durante una perquisizione. Evento che lo fece molto soffrire. Tutto ciò non giovò alla sua 'carriera' artistica, e solo nel '18 cominciò a raccogliere i frutti del suo lavoro. Quando il suo matrimonio con Edith Harms nel '14 mise un po' d'ordine e serenità nella sua vita, si rasserenò anche un po' la sua arte e la Mostra della Secessione Viennese del '918 lo consacrò quale più importante artista austriaco, essendo anche morto Klimt. Ma era ormai tardi, pur avendo solo ventott'anni, la morte era in agguato: prima la moglie incinta Edith Harms, e tre giorni dopo lui, alla fine di ottobre furono falciati dalla spagnola.
Schiele ebbe indubbiamente un forte interesse per il corpo femminile, che ritrasse in disegni, acquerelli, tele mirabili, cominciando con l'adorata sorella Gerti, poi l'amante Wally, infine la moglie, aprendo alla pittura un modo nuovo di esprimere la sensualità. Eppure le sue immagini dal tratto acuto e nervoso non sono mai compiacenti, ma scavano nell'io più intimo. I suoi disegni (peraltro splendidi) ed i suoi dipinti vanno molto più in profondità in un'introspezione psicologica, mentale, molto inquieta e drammatica.
Maresa Sottile
pubblicato sul mensile Albatros del giugno 2010
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