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sabato 19 novembre 2011

Il racconto fantastico di un grande artista
Mauritius Cornelis Escher


L'olandese Mauritius Cornelis Escher (1898/1972), è stato soprattutto disegnatore e incisore, ha prodotto una serie di acqueforti e xilografie molto apprezzate dagli intenditori e non solo, soprattutto dopo grandi mostre in varie città d'Italia, tra le quali una a Roma ai Musei Capitolini e Napoli a Castel Sant'Elmo nel 2005. Queste grandi esposizioni hanno avvicinato un pubblico più vasto ad un artista particolare ed affascinante con il suo mondo quasi sempre in bianco e nero in cui gioca, oltre alle capacità artistiche, una grande perizia tecnica e sperimentale.
Escher, poco incline agli studi scolastici, lasciò la scuola di Haarlem d'Architettura e Arti Decorative per seguire una importante scuola di disegno decorativo. Ma le sue valutazioni non erano molto lusinghiere e lasciò anche questa. Poi, come ogni artista volle fare un viaggio in Italia nel ’22. Nel ’23 tornò e vi si stabilì. Qui conobbe la donna che sposerà e a Siena farà la sua prima mostra che gli porterà subito un grande successo.
Girerà molto per l’Italia e la racconterà nei suoi disegni ed incisioni, soprattutto xilografie. Tanti paesaggi nelle sue incisioni, da Ravello alle montagne dell’Abruzzo, dai paesaggi della Calabria, a quelli notturni di Roma dove si stabilì. Disegni molto interessanti, eseguiti con una grande perizia ed anche sperimentazione nella tecnica dell’incisione, in cui si comincia a notare il suo interesse per le architetture, per certi giochi tra i bui e gli effetti di luce, per ‘effetti speciali’ nella rappresentazione grafica e la sua millimetrica precisione.
Ma nel ’35 Escher non tollera più il clima politico che si sta creando nel nostro paese e si trasferisce in Svizzera. E’ da adesso che inizia la sua produzione più affascinante e famosa. In una visita fatta in Spagna era rimasto molto colpito dall'Alhambra e dalle sue decorazioni moresche. Incominciò così a studiare il disegno ‘periodico’, il modulo, la divisione dello spazio su basi matematiche, la prospettiva, la ripetizione delle immagini nel disegno e nel suo sfondo che può essere uguale o differente e che diventa a sua volta immagine e l’altra diviene sfondo. Escher crea un mondo fantastico, molto più affascinante della realtà, in cui le figure nascono una dall’altra per ritornare dove sono nate, o dove le persone si muovono nello stesso edificio e non si potranno incontrare mai, dove in una bolla di vetro si vede una stanza in prospettiva deformata che permette di vedere quello che forse l’occhio non può. Il tutto rappresentato con una precisione matematica sbalorditiva. E si crea un mondo visionario, illusorio, fantastico, ma estremamente esatto grazie alle scienze matematiche e infatti matematici e psicologi si interessano ancora oggi alla sua produzione ed al suo precisissimo mondo fantastico, che tra l'altro ha influenzato molti disegnatori di fumetti. Ma le opere di Escher non sono solo questo, credo che quando Escher ha abbandonato i paesaggi per immergersi nei suoi studi scientifici, non sia stato solo per interesse e curiosità intellettuale, ma per ricercare una chiave espressiva di rappresentazione del suo mondo interiore. Egli infatti ci parla di armonia, di mistero della vita, di incomunicabilità, di casualità, di sogno, tutti governati da teoremi matematici: qualcosa che prescinde dalla semplice fantasia dell’artista, ma che da scientifico diventa cosmico ed incantato come il mistero della vita.
Maresa Sottile

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