Bisogna dare onore al merito, l'aristocrazia e la Chiesa, quelle che nel passato in effetti hanno detenuto il potere, nel bene e nel male, e hanno preso a larghe mani, (e la parte di loro che è sopravvissuta, forma ancora oggi una elite privilegiata), hanno anche lasciato molto. Ad esse dobbiamo gran parte del nostro patrimonio artistico. In effetti chi deteneva il potere era anche mecenate e collezionista e ha lasciato al paese: castelli, palazzi, ville, musei colmi di opere artistiche. Cosa che i miliardari di oggi non fanno.
E i musei sono nati così. Re Tolomeo I creò quello d'Alessandria d'Egitto che fu il primo museo, anche se non era inteso proprio come lo intendiamo noi.
Dai Musei Vaticani agli Uffizi al Museo di Villa Borghese a quello di Capodimonte e tutti gli altri nascono da un nucleo di opere di qualche nobile ricco e potente mecenate-collezionista, al quale nel tempo si sono aggiunte donazioni e acquisizioni.
E così è stato, naturalmente, anche per il Museo Correale di Sorrento, Museo giustamente piuttosto famoso sia per ciò che contiene sia per la sua posizione: è immerso in un aranceto e ha un panorama splendido.
La famiglia Correale ha una storia antica intrecciata con quella di Sorrento e del suo territorio. Nel 1535 Onofrio Correale sposa Ippolita de Rossi, sorella della madre di Torquato Tasso. Nel '700 Pompeo Correale acquista dei vasti terreni ad aranceto e si fa costruire dall'architetto reale G.B. Nauclerio una villa-palazzo. I suoi discendenti Alfredo e Pompeo all'inizio del '900, essendo senza eredi diretti, creano una Fondazione, che poi approvata dalla Giunta della città trasformerà la loro proprietà e le collezioni che contiene in Museo, che si arricchirà nel tempo con donazioni da altre famiglie nobili. Il Museo fu inaugurato nel '24 dall'allora Ministro della P.I. Giovanni Gentile. Durante la II° Guerra Mondiale fu requisita dagli alleati e fu riaperta dopo lavori per i danni subiti nel '53. Tra restauri e riorganizzazioni varie il Museo, che è privato, è diventato una perla della città.
Interessante e anche affascinante il giro per i tre piani del Museo, bella la salita per lo scalone che ad ogni ballatoio incornicia con un grande arco un luminoso panorama di verde, di mare, del Golfo di Napoli, incantevole e rilassante la passeggiata nel giardino che termina con uno spettacolare ed ampissimo Belvedere a strapiombo sul mare che domina tutto il Golfo, compresa la stessa Costiera Sorrentina.
Nella nostra regione non è l'unico Museo il cui edificio è già di per sé un luogo incantato circondato dal verde e con un panorama spettacolare. Basti ricordare, giusto per restare in zona, i Musei di Napoli, da Capodimonte, a Sant'Elmo, alla Floridiana.
Era tanto che volevo fare questa visita, ma quando le cose sono troppo vicine finiamo col non andarci. Finalmente ce l'ho fatta e ho trascorso una gratificante mattina tra bellissimi mobili antichi e oggetti di pregiati legni lavorati a intarsio da grandi ebanisti sorrentini del passato, oggetti antichi lavorati con un gusto e una perizia che non esistono più, reperti archeologici di varie epoche, anche la base egizia di un monumento al faraone Sete I del 1300-1200 a.C., antiche macchine fotografiche, orologi, libri in antiche e rare edizioni tra i quali quelli del Tasso ovviamente, ceramiche di più parti d'Italia, porcellane di Capodimonte, Meissen, Sèvres..., tele del '600, '700 e '800 di autori famosi, da Artemisia Gentileschi a Bernardo Cavallino, da Lanfranco a Micco Spadaro, da Pitloo a G. Gigante. Scene sacre, ritratti, paesaggi, nature morte. C'è 'L'uva cornicella' di G.B. Puoppolo che a guardala si sente il suo sapore dolce e di sole in bocca, una Madonna che allatta così vera e materna come non se ne trovano molte. C'è un Albero Genealogico della Famiglia Correale su un albero dal tronco obliquo in un paesaggio un po' misterioso. E un'affascinante tavola dipinta da F. Celebrano con il gioco del Biribisso. Una Sala degli Specchi con delicati ialini lampadari di Murano.
In un luminoso salone ricavato nel sottotetto vetrine piene di preziose porcellane e ceramiche di ogni provenienza e di ogni forma.
Ogni pezzo un gioiello e ci vuole davvero molto tempo per goderseli tutti.
E poi ci sono lo scalone, il giardino e il panorama a completare il piacere di questa visita, che immerge in un mondo silenzioso e incantato che unisce l'armonia dell'opera di artisti sensibili e quella di una natura luminosa e fertile.
Maresa Sottile
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