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sabato 25 luglio 2015

Il Centro storico di Napoli: da Via Costantinopoli a Piazza San Domenico

Nel Centro Storico di Napoli Via San Sebastiano è la via che unisce via Costantinopoli a via Benedetto Croce. Scendendo per via San Sebastiano, a sinistra, dopo la traversa cieca che porta all'ingresso di una scuola, l'Istituto Casanova, c'è un alto muro nel cui spigolo si vedono alcune figure scolpite in una rientranza apposita. Si tratta di un piccolo gruppo scultoreo del XIV sec., inserito nel muro di cinta dell'antico convento dei domenicani che affiancava la grande chiesa di San Domenico che si trova nella omonima piazza alla fine di via B. Croce, che si incrocia alla fine di Via S. Sebastiano, svoltando a sx. Prima di imboccare via B. Croce, sulla dx c'è la piccola chiesa di Santa Marta (XV sec.) purtroppo non sempre visitabile. Via Benedetto Croce porta il nome del grande filosofo (1866-1952) che vi abitò per gran parte della vita fino alla morte. La sua abitazione si trova ancora nello splendido Palazzo Filomarino (XIV-XVI sec.), divenuta Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e Fondazione Biblioteca B. C.. Via B. Croce prima era conosciuta come Spaccanapoli e corre su quello che era il Decumano Inferiore. Siamo nel cuore della Napoli romana, medioevale, rinascimentale, barocca. Il palazzo Filomarino è sull'area adiacente a dove una volta c'era il convento domenicano, come gli altri che si trovano lungo la strada. Infatti il convento occupava una enorme area: da Pzza San Domenico a via S. Sebastiano, comprendente anche la parte ora Istituto Scolastico Casanova, di cui abbiamo già detto, che dal 2000 al 2002 e dal 2006 al 2011 ha avuto restauri che hanno ripristinato gli antichi splendori del convento e che è visitabile. La storia di questo convento è lunga e complessa, tra gli eventi più importanti c'è la presenza di san Tommaso d'Aquino e di Giordano Bruno che insegnarono nell'Università che era stata locata nel convento. Esternamente, testimone di questo enorme perimetro. l'unica cosa che ne rimane è quel piccolo gruppetto statuario con iscrizione, illeggibile dalla via. Via Benedetto Croce, Spaccanapoli, è la via più importante del Centro storico della città. Parte da p.zza Del Gesù, altra piazza bella è importante con la famosa chiesa del Gesù Nuovo, e appena imboccata sulla destra c'è la famosissima e bellissima Chiesa gotica di Santa Chiara, in parte distrutta durante la II Guerra Mondiale e restaurata negli anni '50. con il convento e il celeberrimo Chiostro in maiolica. Proseguendo una serie di palazzi storici a destra e sinistra, fino alla P.zza San Domenico. A dx, verso S. Domenico. Palazzo Mazziotti (costruito su parte del convento di S: Francesco delle Monache nel XIX sec.), Palazzo Carafa Roccella della Spina (fine XVI sec.), Palazzo Castelluccio (XVI sec.), Palazzo Carafa (XV sec.). A sx dopo Palazzo Filomarino, Palazzo Venezia (XV sec.), donato da re Ladislao ai veneziani quale sede dell'ambasciatore. Sulla Piazza S. Domenico oltre all'antica chiesa si affacciano tre grandi palazzi nobiliari: Palazzo Petrucci (XV sec.) a sx, Palazzo Saluzzo di Corigliano (XVI sec.) alla dx., Palazzo Sangro di Casacalenda (XVIII sec.) di fronte, con la famosissima pasticceria Scaturchio, che produce un cioccolatino dal nome Ministeriale. Questo dolce fu creato da Giovanni Scaturchio per la cantante Fougez. Ebbe un gran successo, e Scaturchio, per ottenere di diventarne fornitore della casa reale seguì, per anni, pratiche ministeriali estenuanti, andando su e giù per i Ministeri, appunto, da qui il nome. Dopo la Piazza, Piazzetta Nilo con la Statua del Nilo, detta il Corpo di Napoli, e la strada di Spaccanapoli continua col nome di San Biagio dei Librai. A pochi metri più su di S. Domenico, nella traversa Francesco De Sanctis, c'è la Cappella di Sansevero (XVI-XVII sec.) con il famosissimo e straordinario Cristo Velato del Sanmartino ed altre meraviglie e storie e leggende affascinanti. Al centro della Piazza una grande guglia coronata dalla statua del Santo eretta dopo la peste del 1656 da Cosimo Fanzago, poi completata da Domenico Antonio Vaccaro nel XVIII sec. Quanto a San Domenico Maggiore, la cosa particolare è che sulla piazza si vede il suo abside, affiancato da una scalinata che portava alla preesistente piccola chiesa di San Michele Arcangelo a Morfisa, poi inglobata in S. Domenico, e oggi fa accedere alla parte posteriore dell'edificio. Questo abside appare come una torre merlata sostenuta da pilastri-contrafforti ed ha delle finestre che nella loro posizione creano uno strano effetto. L'abside sembra un volto che guarda la piazza. Quindi ciò che della Chiesa, tra le più importanti della città, si affaccia sulla famosissima piazza è solo l'abside. L'accesso alla chiesa è nel vicolo San Domenico: un portale fa accedere in un vasto cortile dal quale si entra finalmente in San Domenico. La chiesa fu costruita tra il 1283/1324 per volere di Carlo II d'Angiò, quindi in stile gotico, ma come per tutte le grandi costruzioni i tempi furono lunghi e i rimaneggiamenti molti attraverso i secoli. Molti gli artisti che vi lavorarono e che vi lasciarono le loro opere. Poche centinaia di metri di strada, secoli e secoli di storia e di arte, e non è che un piccolo esempio di quello che offre la città di Napoli, oltre al Golfo ed ai suoi panorami mozzafiato.
Maresa Sottile

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