Il Liberty è lo stile che si diffuse in Italia tra la fine dell'800 e i primi decenni del '900, e che in altri paesi prese nomi diversi: Art Noveau in Francia, Modernismo in Spagna, Jugendstile in Germania e Austria, Liberty in Italia….
Nel nostro paese il nome gli verrà dal cognome di un mercante londinese, che vendeva - e poi anche produsse - mobili, oggetti, tessuti con uno stile nuovo che da noi ebbe molto successo. Il negozio esiste ancora a Londra. Nel nostro paese questo nuovo stile ebbe anche un altro nome: Floreale, infatti in alcuni casi era caratterizzato da una accentuata decorazione floreale.
Il Liberty nasce da varie situazioni: una reazione ad uno stile pesante e ripetitivo di forme precedenti che da noi ebbe anche il nome di stile Umbertino, vedi l'Altare della Patria (1911) a Roma; l'uso di nuovi materiali come il ferro e il vetro che aiutarono gli artisti occidentali, cioè d'Europa e Stati Uniti, a trovare nuove forme e modi di esprimersi e raccontare il mondo che cambiava.
Un forte ecclettismo e decorativismo connotò il nuovo stile, che in realtà assunse forme diverse nei vari paesi, ma che stranamente ebbe uno spirito comunque comune e riconoscibile, anche nelle sue diverse forme. Ed è questa una delle caratteristiche dello stile, nato da una crisi profonda, uno stile forse di passaggio, che per molti anni è stato disprezzato, snobbato, e che da qualche tempo è stato rivalutato, almeno in parte, soprattutto nelle Arti Minori.
Questo stile infatti coinvolse molto queste: arredamento (mobili e suppellettili), oreficeria, tessuti, che oggi hanno grande valore, basti ricordare gli oggetti di Lalique.
Questo brevissimo cenno per entrare nel nostro argomento. Il Liberty al Vomero, nuovo quartiere borghese a Napoli. E subito dobbiamo dire che in questa città si coniugano sia il Liberty classico che possiamo trovare in ogni città, vedi Milano che ne ha una forma strutturalmente e decorativamente molto pesante, sia in una forma contraddistinta dalla decorazione molto più leggera caratterizzata da decorazioni soprattutto floreali.
La prima costruzione Liberty a Napoli fu Palazzo Velardi, sulle Rampe Brancaccio, serpentina tortuosa che porta al Cso Vitt. Emanuele, alle spalle di via Filangieri e via dei Mille, le vie principali di un nuovo quartiere della borghesia ricca della città, costituitosi tra il XIX-XX sec., quasi parallele alla Riviera di Chiaia, ma più a monte.
Palazzo Velardi è caratterizzato da una slanciata torretta poligonale che ad un tratto sorge in uno degli angoli dell'edificio, che nello sbilanciamento architettonico crea un effetto di ariosa leggerezza e slancio. Peccato la sua posizione sia poco visibile.
Proprio in questo nuovo quartiere, e in quelli di Posillipo e del Vomero, si costruirà la maggior parte degli edifici Liberty napoletani, anche grazie all'opera dell'architetto piacentino Giulio Ulisse Arata (1881-1962). Questi firmò svariati palazzi nel quartiere e nella città dal 1906 al 1926. Poi lasciò definitivamente Napoli e operò in altre città.
Degli edifici che Arata ha costruito a Napoli il più famoso è Palazzo Mannajuolo ad angolo fra via Filangieri e via dei Mille, in cui costruì una scala elicoidale davvero bella. Ma le sue opere furono molte, compreso il complesso delle Terme di Agnano.
Il liberty di via dei Mille e di altri edifici d'epoca non è dissimile, anche se forse più leggero, da quello di altre città italiane.
Invece è al Vomero, altro quartiere costruito in quegli anni, sulla collina del Vomero, appunto, che il Liberty a Napoli prende un'altra strada.
Fu l'architetto napoletano Adolfo Avena (1860-1937) a costruire molto nel nuovo quartiere del Vomero, luogo assai ameno, areato e panoramico.
La storia del Vomero è affascinante, è il quartiere in cui si trovano il magnifico Castel Sant'Elmo con il Museo del '900 napoletano (v. art. in archivio) ed un panorama a 360° sui golfi di Napoli e Pozzuoli e l'entroterra, il complesso conventuale di San Martino, con la chiesa più bella del Barocco napoletano (v. art. in arch.), in cui vi è un bellissimo Museo e un ancor più splendido panorama della città. La Villa Floridiana con il Museo della Ceramica, un Parco ed un panorama anche questo mozzafiato (vedi art. in archivio).
Il Vomero in passato era campagna, in cui si coltivavano ottimi broccoli, costellata di case coloniche e che nei secoli divenne luogo di 'villeggiatura' dei ricchi proprietari delle terre circostanti, con la nascita di ville di cui resta quasi nulla, tranne la citata Floridiana.
L'architetto Adolfo Avena realizzò vari villini privati e palazzine sulle arterie del quartiere, alcuni non più esistenti. La sua opera più nota è il palazzo a P.tta Fuga, di fronte alla stazione della Funicolare Centrale. E' un palazzo vasto e vario, in pieno stile Liberty, ma l'autore ha superato il rischio di noiosa pesantezza presente nei palazzi coevi. Le sue forme abbastanza eclettiche sono più leggere nella struttura architettonica e il colore giallo ocra chiaro aiuta molto. Il Palazzo è davvero bello, pieno di invenzioni e citazioni combinate armonicamente. Guardarlo è una continua sorpresa nella scoperta di soluzioni e particolari inaspettati.
Ma Avena non fu il solo architetto del periodo a realizzare edifici Floreali nel quartiere. I palazzi delle vie più vecchie del Vomero, come via Luigia Sanfelice e via Palizzi, ma non solo (ad esempio a Salita Due Porte all'Arenella, quindi molto in periferia a quei tempi, c'è un bel palazzo in stile Floreale qualche anno fa restaurato e tutto dipinto di bianco ma oggi un po' rovinato da alcune manipolazioni), sono testimoni di un'architettura Liberty meno fastosa e monumentale ma molto piacevole e fresca in cui la decorazione floreale, oltre l'uso di gradevoli colorazioni delle strutture, rendono gli edifici estremamente piacevoli. Le strutture architettoniche seguono lo stile del tempo, ma sono molto più leggere e meno eclettiche, la trovata principale è la ricca decorazione soprattutto floreale con gessolini per lo più bianchi che sottolineano le forme architettoniche, movimentano e rendono assai piacevoli le facciate. E' un'interpretazione più familiare e vivibile di uno stile che comunque fece della ricca decorazione uno dei suoi punti di forza.
Una delle grandi idee del Palladio, il famosissimo architetto veneto del '500, era che l'edificio fosse inserito nel paesaggio, e questo, a mio avviso, è pienamente realizzato nell'architettura Liberty del Vomero, un luogo (al tempo) ancora ameno.
Maresa Sottile
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