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sabato 10 ottobre 2015

Mary Cassatt, la prima Impressionista statunitense

Anche Mary Cassatt (1844-1926) era una ragazza di buona famiglia. Come la protagonista del mio romanzo “Malefizio d'amore”, la calligrafa Esther Inglis, realmente esistita, la C. veniva da una famiglia ugonotta francese fuggita nel '600 in America per sfuggire alle persecuzioni. La famiglia l'aveva fatta viaggiare perché convinta che vedere il mondo fosse importante per una buona formazione culturale. Aveva visitato l'Europa, imparato francese e tedesco, preso lezioni di musica e disegno come si conveniva ad una giovane ricca della buona società. Però quando lei disse che voleva fare della pittura la sua professione fu meno aperta, non l'approvò né appoggiò, ma neanche l'avversò. E lei seguì la sua strada. Studiò sotto maestri noti, in America frequentò l'Accademia di Belle Arti di Philadelfia ma non le piacque il tipo di insegnamento. Espose delle opere ma non riuscì a venderle, rimanendo senza il denaro per poter acquistare i materiali per continuare a lavorare. Rimase inoperosa e depressa per qualche tempo, poi l'arcivescovo di Pittsburg le commissiona la copia di due opere del Correggio e le finanzia il viaggio in Italia. Tornata in Europa, esaurito il suo compito, si trasferisce a Parigi dopo dei viaggi per l'Europa. A Parigi, centro nevralgico dell'Arte nell'800, non potendo frequentare, essendo donna, l'Accademia, fu allieva di J. L. Gerome e conobbe Degas, incontrando così e frequentando gli Impressionisti ed esponendo nelle loro Mostre. Fu allieva anche di T. Couture e di C. Chaplin. Ma è Degas che le insegna il pastello e la introduce anche nella tecnica dell'acquaforte e della stampa, nella quale diventerà molto brava eseguendo opere molto belle. Diventa nota, tanto che americani collezionisti d'arte si rivolgono a lei per consiglio, così opere Impressioniste, traversano l'Atlantico per arricchire le loro collezioni. La Cassatt non si sposò, rimase molto legata alla famiglia e quando ritornò in Francia la madre ed una sorella la raggiunsero. Per quanto presa dalla sua passione artistica, la famiglia e gli amici furono per lei importanti, direi fondamentali. Anche in Francia ebbe difficoltà con le idee ufficiali dell'ambiente accademico che criticò con tagliente ironia. Dopo aver esposto nel '66 un suo lavoro al Salon, fu per anni rifiutata dal Salon e quando finalmente fu accettata nuovamente ma non espose per solidarietà a Degas che non lo era stato. Non potendo frequentare i Cafè, centri d'incontro di artisti e intellettuali, la C. frequenta in privato i colleghi e resta in contatto con alcuni di loro anche quando il gruppo degli Impressionisti si scioglierà. Alla prima Mostra degli Impressionisti a New York c'è anche lei con una sua opera. Continua ad esporre in questa città. Negli anni '80 è ormai discretamente affermata, vende e guadagna col suo lavoro. Nel 1904 le viene assegnata la Legion d'Onore. Un viaggio in Egitto nel 1910, la sconvolge quasi e reputa questa arte la più grande dell'antichità, ma al rientro è spossata dalle fatiche del viaggio. Si ammala comincia a perdere la vista e passerà gli ultimi dieci anni e più amareggiata da questa condizione che le impediva di lavorare, lei che tanto aveva lottato contro tutto e tutti per la sua vocazione artistica. La Cassatt è conosciuta come una pittrice Impressionista, ma in realtà non lo è poi tanto. Gli impressionisti dipingono en plein air la vita, i paesaggi, il movimento, la loro pennellata è rapida e a tocchi brevi per non perdere il 'momento' della luce, del movimento. Mary fa una pittura legata al mondo femminile, spesso alla maternità, abbastanza. Forse anche frutto delle Madonne studiate nell'arte italiana rinascimentale. Interni con mamme e bambine, molto raramente maschietti, bimbe, donne, nella loro vita quotidiana, quasi sempre in interni e statiche. La escludono dalla vita ufficiale dell'arte al maschile, lei esclude gli uomini dal suo mondo in una specie di rivalsa, o di disinteresse. Le sue composizioni pittoriche sono compatte, spesso usa i pastelli, colori luminosi e vivaci. Certo segue la nuova tecnica pittorica che si fa strada nel mondo dell'arte, ma nel contempo crea un mondo suo nel quale la donna è protagonista assoluta. E' la donna del tempo, relegata in un ruolo secondario, un mondo casalingo, salvata dall'amore materno. Non è la donna inquieta della Morissot. Ha trovato, secondo me, un equilibrio suo malgrado.

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