Il piazzale davanti l’edificio era già abbastanza affollato. Piccoli capannelli in
conversari. Alcuni cominciavano ad entrare nel salone delle
conferenze.
”Ci sono proprio tutti.”
disse piano il re della savana.
“Già.” mormorò qualcuno.
L’emiciclo si andava
riempendo. Il brusio al chiuso era più forte.
“Prego accomodatevi.
Dobbiamo iniziare.” disse l'Aria avvolta in un manto: il Relatore,
Finalmente la sala si era
riempita ed il brusio andava scemando.
“Bene. Vedo con piacere che
ci siamo proprio tutti. Certo l’argomento è serio e tocca ognuno.” mormorio di approvazione. “Coloro che si sono
iscritti a parlare avranno la parola.” indicò i presenti al lungo
tavolo “Siamo qui, in questa sede così isolata e remota, per
risolvere un gran numero di problemi, che però possono essere tutti
raggruppati sotto un’etichetta: la presenza umana. Il primo ad
intervenire è il rappresentante degli Oceani.”
Ammantato di azzurro si alzò
l’Oceano Pacifico.
“Già sapete di cosa
voglio parlare: plastica e petrolio con i quali l’uomo ci ha
riempito, uccidendo il mio popolo, facendolo ammalare. I mari con
l’atmosfera sono i due elementi essenziali per la vita, anche
quella umana. Ma loro niente. Noi non sappiamo più come difenderci:
maremoti, tsunami non bastano, muoiono cento/duecentomila persone e poi tutto riprende come prima, anzi ci ritroviamo anche pieni dei loro
rottami. Siamo pieni dei loro rottami da secoli, ma erano
biodegradabili, ora la maggior parte no. Parlo anche per mari
interni, laghi, fiumi.” Al tavolo annuivano i rappresentanti di
pesci, alghe, coralli, molluschi. Annuivano in sala i convenuti. Il
rappresentante dei mari sedette e si alzò colei che rappresentava la
Terra.
“Io non so più come
sopravvivere: smog, rifiuti tossici, pesticidi, cemento senza freno,
poca acqua, coltivazioni intensive. Sono allo stremo.”
Si alzò un olivo molto antico
e frondoso.
“Gli alberi anche sono allo
stremo tra disboscamenti, incendi - quasi sempre dolosi -
inquinamento del terreno e
dell’aria siamo sempre meno e viviamo male. Non so per quanto ce la
faremo ancora.”
“Noi - intervenne una mucca
- siamo maltrattate con la produzione intensiva. Tutti gli animali
domestici sono maltrattati. Pecore, capre, maiali, galline… tutte
prigioniere a ingozzarci, produrre… o siamo usate come alimenti.
Questo da sempre, ma almeno prima la nostra vita era anche piacevole:
liberi a brucare, becchettare, volare… I cani e i gatti o sono
super coccolati o abbandonati, maltrattati, uccisi, anche mangiati…
Non possiamo fare nulla… “
Si sentì il ronzio di un’ape.
“Noi stiamo scomparendo. Pensate che stupidi gli uomini. Noi
impolliniamo e senza il nostro lavoro oltre a non avere più il miele
non avranno più vegetali da mangiare. “
“La cosa più grave è che
sanno queste cose ma continuano. Ci sono atti di ribellione di noi
tutti, ma loro non si fermano. Qualcuno ha qualche idea per un
rimedio utile?” intervenne il Relatore. “Siamo qui per questo.
Vedere se qualcuno ha un’idea per salvarci.”
Brusio.
“Io ci ho provato:
terremoti, ma sono sempre zone limitate e poi si distruggono anche le
cose belle fatte dagli uomini come chiese, castelli, palazzi. L’arte
è l’unica cosa positiva dell’Umanità e mi dispiace
distruggerla. Comunque sono sempre zone limitate. Forse è anche
ingiusto che tocchi solo ad alcuni e non a tutti.” intervenne la
Terra.
“La penso nella stessa
maniera.” intervenne l’Etna, uno dei vulcani piuttosto
pericolosi.
“Sì, sono cerotti, non si
risolve nulla.”
Mormorii nella sala.
Non molti si accorsero di una
pallina che rotolava verso il palco, la notarono solo quando saltò
sul lungo tavolo.
“Scusate… “ e tutti la guardarono tacendo.
“Non sono solo, non mi
vedreste. Siamo una colonia ben nutrita e solo noi possiamo
sterminare una nazione, e siamo in tanti, invisibili e letali. Fate
fare a noi.”
“Voi virus l’avete fatto
altre volte. Però poi ricomincia tutto.” intervenne subito il
gabbiano segretario dei mari.
“Sì, ma noi possiamo
colpire ovunque, siamo invisibili.”
“Ci sono i vaccini...” qualcuno obiettò.
“Noi ci modifichiamo,
possiamo lavorare impunemente per parecchio tempo. E possiamo
colpire in ogni luogo, bloccare tutto per mesi e mesi. Intanto si
interromperebbe anche l’inquinamento dell’aria e della terra. Non
darebbero fuoco ai boschi e alle foreste, non inquinerebbero il mare,
i fiumi e i laghi, tutti fermi a evitare il contagio, e comunque
tanti li elimineremmo e forse per un po’ potrebbero cambiare stile
di vita. Qualcuno potrebbe capire che la natura va rispettata. In
ogni caso siamo gli unici che possono bloccare tutto per molto tempo
e far respirare il pianeta. Gli umani non capiscono niente, ci
vogliono le maniere forti. “
“Siete sicuri che non vi
conoscono?” chiese la Terra.
“Siamo una varietà nuova
per cui non hanno rimedi.”
“Quanto potete durare?”
“Anche un anno. Poi vedremo.
Intanto fermiamo un po’ il disastro”
Tutti cominciarono a
consultarsi, i rappresentanti al tavolo e il pubblico.
“Voi vedete questa pallina,”
disse la pallina “ma per vederci abbiamo dovuto riunirci in un
milione, siamo invisibili lo sapete. Prima che ci beccano davvero ce
ne vorrà.”
I rappresentanti a tavolo
smisero di consultarsi. Il Relatore si alzò:
“Pare si sia tutti
d’accordo. Approvato, siete autorizzati. Andate e buon lavoro.”
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