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mercoledì 30 gennaio 2013
Diario napoletano
30/1/2013 Ultima notizia: Mezzi di trasporto fermi per mancanza di gasolio. La città è senza bus, tutti a piedi!!!!! Non ci sono commenti
Diario napoletano continuazione
E' arrivato il 'puro', il 'magistrato' entusiasticamente napoletano, e come tanti allocchi gli abbiamo creduto. Ora in giro si sentono commenti che non gli farebbe piacere sentire, ma credo non gli importi, questo è il suo trampolino di lancio per ben altro. spero che la delusione dei napoletani lo punisca. Ha fatto solo cose che facessero parlare di lui, per il resto zero, anzi peggio. Questa città va a rotoli, viverci è difficile e lui ha studiato come fare affinché i suoi abitanti ci stiano sempre più 'scomodi'. La grande idea: ha chiuso via Caracciolo e via Partenope. Serve per fare jogging o footing che dir si voglia, serve per far vedere quanto è bella Napoli, o meglio la sua facciata, quella cartolina che il mondo conosce, l'immondizia va sotto il tappeto. Ma chi fa jogging durante la settimana o quando piove o quando tira il vento? Serve al turismo. Quale? Ogni tanto si vede qualche turista al Vomero dall'aria sperduta che cerca San Martino, qualche gruppo qua e là a vedere il poco che la città fa vedere del tanto che ha: Piazza Plebiscito e poco più. Il turismo c'è a Milano. Roba da matti, ma Milano è diventata una città turistica e di un turismo anche ricco che va a Via Montenapoleone, Via della Spiga e compra le grandi firme italiane a suon di bigliettoni, molto meglio di quello di massa che deturpa Roma. Il turismo a Napoli è misera cosa. Finiti gli anni nei quali venivano dall'estero e addirittura restavano come i Gutteridge, i Knight, i Cosulich, i Caflish, e tanti altri, trovando qui la loro America ma anche creando lavoro e dando prestigio alla città, o degli artisti ed intellettuali che dopo scrivevano mirabilie, anche se non mancano tante pagine sulle tante e incredibili miserie della città. Ma che vengono a fare i turisti a Napoli? I servizi sono pessimi. La locomozione terribile soprattutto nell'ultimo anno, non ci sono mostre degne di nota da un bel po', nei musei c'è sempre qualcosa che non si può vedere perché manca il personale, la città è sporca, le strade malmesse, molte delle cose da vedere sono in zone nelle quali non si può sempre andare per motivi di incolumità personale e dei propri beni. La maggior parte dei pullman di turisti bypassa la città e va direttamente a Sorrento, in Costiera o al porto per imbarcarli per le isole.
Una delle cose famose di Milano sono i suoi palazzi e soprattutto i suoi cortili. Bisogna dirlo: belli e tenuti benissimo. A Milano c'è proprio il culto della manutenzione, concetto che dimostra grande capacità di spesa oculata. Una buona manutenzione evita le spese colossali di quando dopo decenni di abbandono si vuole e deve correre ai ripari. A Napoli si odia la manutenzione. Si aspetta che il degrado sia totale e spesso irreparabile o disastrosamente costoso per cui non si può fare. Anche a Napoli ci sono palazzi e cortili assai belli, ma ridotti in condizioni indescrivibili.
domenica 27 gennaio 2013
Diario napoletano continuazione
...Dicevo di Via Caracciolo e Via Partenope chiuse al traffico, cosa secondo me senza senso. Per non parlare di Viale Gramsci (per i napoletani sempre Vial'Elena) che fino alle 14 non è percorribile se non da chi ha l'autorizzazione e dai tassì. Ma che senso ha? Piazza Della Repubblica è devastata da aggeggi gialli di plastica, dei quali non conosco il nome tecnico, che servono a chiudere l'accesso a via Caracciolo e a Vle Dohrn in ambo i sensi deviando il traffico sulla Riviera di Chiaia, anch'essa divisa in due da quegli aggeggi gialli, invadenti ed antiestetici. La sagra dell'imbecillità. E il lungomare sta lì, solo soletto e deserto. E così si sono risolti i problemi di Napoli, intasandone ancor più il traffico, rendendo sempre più difficile viverci. Anche a Piazza Amedeo è bloccato l'accesso a via Vittoria Colonna per poter girare per via San Pasquale e prendere la Riviera di Chiaia nei due sensi. Dalla Riviera si può andare a Piazza Vittoria e obbligati a prendere Via Arcoleo per poter girare a sinistra in via Domenico Morelli, Via Filangieri....oppure girare per Via Vannella Gaetani e tornare alla Riviera. Ma si può anche andare dritti nella Galleria Vittoria per uscire a Via Acton; si può anche percorrere il Chiatamone (fino a giugno, dice un cartello, quando il senso verrà invertito.) per uscire a Via Santa Lucia e seguire un percorso obbligato fino a via Acton. Però dopo le 14 si passa e si passa anche il sabato e la domenica dopo le 19. Un gran casino che dimostrano confusione mentale, dispotismo e strafottenza per i cittadini. All'inizio anche il Cso. Vittorio Emanuele era diventato in parte non transitabile, almeno così si diceva, comunque ci sono stati giorni di blocco del traffico, un caos infernale nel quale tanti sono rimasti intrappolati. E mentre i napoletani si 'arrangiano' con mezzi latitanti, strade chiuse al traffico, strade sempre più intasate, il sindaco si fa bello del suo “lungomare liberato” che resta desertico. Poi al sabato e la domenica si anima, naturalmente se il tempo è bello. Allora si poteva continuare come prima rendendo magari fissa la chiusura al traffico in quei due giorni.
Mezzi di trasporto sempre più latitanti per mancanza di soldi: assicurazioni non pagate, stipendi in forse, mancanza di soldi per la manutenzione. Le fermate sono super affollate di disperati in attesa di un mezzo di trasporto: si possono avere attese anche di 45, 50 minuti, qualche volta anche di più. Per fortuna Napoli ha le funicolari, mezzo di trasporto che davvero risolve molti problemi, sempre in orario. Poi ci sono due metropolitane, una ne so poco, va in zone che non frequento e non posso parlarne, l'altra, la Collinare come è chiamata, lo sanno tutti che è la più bella metropolitana d'Italia, no d'Europa. Ed è vero, è bella e soprattutto bisogna dire che nel complesso il degrado è minimo, quasi nullo, nonostante ormai abbia un venticinque anni. Tutto troppo bello per essere vero. Infatti la Metropolitana Collinare ha davvero dei tempi di attesa incredibili. Nelle cosiddette ore di punta, cioè la mattina negli orari nei quali si va a lavoro l'attesa è di pochi minuti, ma poi gli orari arrivano anche a dodici minuti di attesa. Giorni fa ho preso un treno a Piazza Vanvitelli alle 13,14, pieno come un uovo tanto che non si riuscivano a chiudere le porte. Molti sono rimasti sul marciapiede: doveva essere saltata una corsa almeno per giustificare quella folla, mentre stipata in quel carnaio (dovevo scendere alla fermata dopo fortunatamente) che non riusciva a ripartire, l'occhio m'è andato sul display sul quale scorreva la scritta: PROSSIMO TRENO TRA 14 MINUTI. Ma vi rendete conto? E ci sono napoletani entusiasti della chiusura di Via Caracciolo e via Partenope e che trovano che la metropolitana nelle ore di punta, in cui l'hanno presa, era accettabile. Sarò io che sono strana............
sabato 5 gennaio 2013
Diario napoletano (continuazione)
Il giovedì, quando posso vado al Mercatino di Posillipo. Amo i mercatini in genere, li trovo divertenti, allegri. Quello di Posillipo è lungo l'ampio viale Virgiliano che porta all'omonimo Parco, ex della Rimembranza. E' un mercatino con un target più elevato del solito, data la zona elegante: Posillipo, il quartiere in assoluto più bello della città perché quello rimasto più simile al suo inizio nonostante anch'esso abbia subito le sue brave violazioni. Posillipo ha un suo microclima, spesso l'aria è persino profumata, tutta aperta sul mare ha una luce straordinaria. Posillipo, come tutti sanno, vuol dire pausa dal dolore, luogo ameno dove rinfrancarsi, dal greco paùein-lype. Vi ho vissuto molti anni ed è il mio 'luogo dell'anima', ma questa è un'altra storia.
Per raggiungere il Mercatino, se non si sta già a Posillipo, bisogna percorrere via Manzoni, strada tra le più lunghe della città che dopo un percorso pianeggiante sulla zona alta della collina di Posillipo, con due crinali, uno verso il mare del Golfo e l'altro verso i Campi Flegrei, quindi il mare di Bagnoli con Nisida, Procida, Ischia, fin verso Pozzuoli e oltre. Ma solo in pochi punti si può ammirare tutto ciò, perché serie ininterrotte di palazzi chiudono la vista. Nell'ultima parte Via Manzoni è in discesa, alberata da ambo i lati e sulla destra si gode il panorama splendido di cui ho detto: Campi Flegrei...... Dall'altro lato ville e palazzi di lusso spesso dietro zone verdeggianti chiuse da muri e cancelli. Le radici dei pini che la fiancheggiano hanno deformato marciapiedi e carreggiate. In macchina si fa lo slalom e a piedi invece del panorama bisogna guardare dove si mettono i piedi. Ogni anno è sempre peggio, ma naturalmente non si rimedia in alcun modo. E così continua al Viale Virgiliano. Buche, pavimentazione deformata dalle radici. Camminarci diventa un impegno serio per non storcersi una caviglia o inciampare e finire faccia a terra. Ma lo 'stoico popolo napoletano' va avanti e non dice niente, ed i suoi rappresentanti non fanno niente. 'Il resto di niente'. E' così anche per via Tito Lucrezio Caro, altra strada bellissima che da Posillipo (meglio Discesa Coroglio anche se tutti continuano a dire Posillipo e la Discesa viene più avanti da quello che più giustamente viene detto Capo Posillipo, anche se pure quello viene prima) porta al Parco Virgiliano raccordandosi col Viale. Un paio d'anni fa una terribile tempesta spezzò molti dei pini che la fiancheggiano. La strada fu chiusa, gli alberi abbattuti portati via. La strada è ancora chiusa perché impraticabile per le deformazioni della carreggiata dovuta alle radici dei pini, che naturalmente non sono stati ripiantati, la strada non è stata sistemata. Servono commenti a tutto ciò?Ma queste sono le punte di un iceberg. Se la zona più bella di Napoli sta così, come potranno mai stare le altre?
martedì 1 gennaio 2013
Stralci dal "Diario napoletano" che sto scrivendo:
.....sono andata alla Fondazione Valerio per la Storia delle Donne. Credo siano in pochi in questa città a sapere cosa sia e dove sia. Il nome mi sembra chiaro, già perché le donne hanno una loro lunga storia con molte rappresentanti degne di nota. Solo di poche se ne sa qualcosa, molte, la maggior parte sono ignorate e ne sanno solo studiosi e persone particolarmente acculturate. Ma in questo momento non voglio parlare di questo, ma del luogo di questa Fondazione che è in un vicolo di via Pessina, scendendo a destra, poco prima di Piazza Dante: Vico Luperano. Appena si imbocca il vicolo dopo pochi metri a destra si apre un altro vicolo, questa volta cieco, finisce infatti con un grande portone arcuato in pessime condizioni. Nessuna indicazione ben visibile che indichi che sono arrivata dove dovevo andare né come entrare, poi si apre per qualche motivo il portone e si vede un cortile più o meno quadrato e di fronte c'è la struttura di un palazzo quattrocentesco in pietra grigio perla di un piano con finestre arcuate bordate di bianco. Sulla struttura bella, elegante nella sua semplicità si innalzano tre piani di un orribile palazzo diciamo moderno. Anche sugli altri due lati che lo fiancheggiano orribili palazzi. Nel cortile macchine parcheggiate.
Questo palazzo era la Villa La Conigliera del re Alfonso II, architetto, pare, nientemeno che Giuliano da Maiano, ed era circondata da una zona boschiva, probabilmente ricca di conigli, che giungeva fino a quella che ora è una delle strade più brutte della città: Via Salvatore Rosa. Una volta era chiamata l'Infrascata, cosa che fa pensare ad un luogo verdeggiante, pieno di frasche. Sì perché una delle prerogative di questa città, o meglio di coloro che hanno operato e operano “su” questa città è che hanno fatto e fanno di tutto per trasformare luoghi belli e ameni in posti orribili. E' come se, essendo circondati da troppa bellezza, fossero diventati del tutto indifferenti ad essa.
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