.....sono andata alla Fondazione Valerio per la Storia delle Donne. Credo siano in pochi in questa città a sapere cosa sia e dove sia. Il nome mi sembra chiaro, già perché le donne hanno una loro lunga storia con molte rappresentanti degne di nota. Solo di poche se ne sa qualcosa, molte, la maggior parte sono ignorate e ne sanno solo studiosi e persone particolarmente acculturate. Ma in questo momento non voglio parlare di questo, ma del luogo di questa Fondazione che è in un vicolo di via Pessina, scendendo a destra, poco prima di Piazza Dante: Vico Luperano. Appena si imbocca il vicolo dopo pochi metri a destra si apre un altro vicolo, questa volta cieco, finisce infatti con un grande portone arcuato in pessime condizioni. Nessuna indicazione ben visibile che indichi che sono arrivata dove dovevo andare né come entrare, poi si apre per qualche motivo il portone e si vede un cortile più o meno quadrato e di fronte c'è la struttura di un palazzo quattrocentesco in pietra grigio perla di un piano con finestre arcuate bordate di bianco. Sulla struttura bella, elegante nella sua semplicità si innalzano tre piani di un orribile palazzo diciamo moderno. Anche sugli altri due lati che lo fiancheggiano orribili palazzi. Nel cortile macchine parcheggiate.
Questo palazzo era la Villa La Conigliera del re Alfonso II, architetto, pare, nientemeno che Giuliano da Maiano, ed era circondata da una zona boschiva, probabilmente ricca di conigli, che giungeva fino a quella che ora è una delle strade più brutte della città: Via Salvatore Rosa. Una volta era chiamata l'Infrascata, cosa che fa pensare ad un luogo verdeggiante, pieno di frasche. Sì perché una delle prerogative di questa città, o meglio di coloro che hanno operato e operano “su” questa città è che hanno fatto e fanno di tutto per trasformare luoghi belli e ameni in posti orribili. E' come se, essendo circondati da troppa bellezza, fossero diventati del tutto indifferenti ad essa.
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