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venerdì 2 agosto 2013

Luigi Mazzellla Passionario della scultura

Lo studio di Luigi Mazzella è un luogo davvero particolare. Sito in una villa storica del Vomero, Villa Hass, è molto vasto, dai soffitti voltati, tutto bianco. Lo ha ereditato dal suo Maestro, lo scultore Tomai, personaggio singolare e affascinante di gaudente gentiluomo-artista. Luigi nasce, si potrebbe dire, predestinato. La sua è una famiglia di artisti. Suo padre dipinge, e i suoi due fratelli Rosario ed Elio dipingono anche loro. Luigi, invece, sin da ragazzino è affascinato dalla materia e dalla sua lavorazione: pietra, legno, ma soprattutto metalli. Luigi fa la scelta più difficile: la scultura è un'arte faticosa, costosa e di difficile interesse e comprensione da parte degli acquirenti. Ma Luigi è affascinato dai materiali solidi e dalla loro lavorazione per quanto complessa e faticosa possa essere. Luigi è diverso dal suo Maestro, del quale ancora parla come di un personaggio unico e che ancora ammira e al quale è ancora grato. Ennio Tomai, stravagante viveur giramondo che un bel giorno si è fermato a Napoli, lo prese sotto la sua ala. Parola opportuna perché Tomai era appassionato di ornitologia e il suo studio era diventato il rifugio degli uccelli della zona. E Luigi è stato 'contaminato' dall'amore per i volatili, anche per lui diventano soggetti di studio e protagonisti di molte opere. Ma c'è qualcosa di più. Gli uccelli, il loro volo hanno influenzato molto l'opera di Luigi Mazzella. Le superfici delle sue opere, anche quando non rappresentano i volatili, vibrano nell'aria e nello spazio come le ali degli uccelli. Tutta l'opera di Mazzella vibra nell'aria e vi si espande nella ricerca di spazio e movimento. Dicevo che Luigi Mazzella ama la materia, ama i metalli, e loro lo ricambiano, rispondendo al suo amore con risultati affascinanti. La materia lavorata da Mazzella prende vita, si muove nello spazio. Il gioco delle forme, delle luci e delle ombre, è sapiente, frutto di una personalità artistica che ha percorso la sua strada con cognizioni ed esperienze culturali e tecniche di grande spessore. Ma nel contempo ha tutto filtrato con la sua creatività e talento che gli ha permesso di creare un linguaggio personale, che rende le sue opere subito riconoscibili. Da sempre l'umanità ha cercato di modellare creta, pietra, metalli. E' un valore ancestrale che nel tempo si è raffinato raggiungendo alti valori artistici, e a ciò contribuisce anche Mazzella con le sue opere nelle quali esprime il suo spirito, la sua ricerca di libertà, di equilibrio, la sua fantasia che insegue il volo degli uccelli, il volo della sua anima nello spazio alla ricerca della 'forma', quella che esprima la sua ricerca, il suo anelito, il suo spirito. E' un uomo semplice e alla mano, Luigi, gentile e a volte un po' svagato. No, non è svagato, quando lo sembra, certamente, sta seguendo un suo pensiero su qualche opera che sta realizzando o che realizzerà. La prima volta che Luigi Mazzella mi fu presentato fu durante una sua grande mostra a Villa Pignatelli nel giugno 1983, un vero evento. Luigi aveva tutte le carte e gli appoggi: di lui era entusiasta Palma Bucarelli e di lui scrivevano Carlo Argan, Carlo Munari, Carlo Levi, Dino Buzzati, Marcello Venturoli, Luigi Compagnoni, Carlo Barbieri e tanti tanti altri. Ha fatto mostre in tutt'Italia e sue opere sono un po' dovunque. Ma come altri artisti napoletani, Luigi non volle allontanarsi dalla sua città, da Napoli. Sono certa che se Luigi fosse andato via oggi il suo nome avrebbe una risonanza molto maggiore, perché è davvero un artista ricco di talento e di amore per quello che fa.
                                   Maresa Sottile

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