Solaris, al secolo Giancarlo Ianuario, è un personaggio singolare. Ha studiato materie artistiche ma è laureato in psicologia. Predilige la ceramica e ha studiato la tecnica giapponese del raku. Una tecnica che ha a che fare col fuoco e che crea degli effetti affascinanti sul colore, effetti che Solaris conosce, ma che hanno sempre un margine di imponderabilità, e credo sia questo che affascini lo stesso autore.
La ceramica è una delle attività umane più antiche, direi primordiali. Con essa l'uomo realizzò manufatti di utilità, ma quasi sempre sentì il bisogno di rendere quei manufatti 'gradevoli' decorandoli. La storia della ceramica è lunga quanto la stessa storia dell'umanità e nel tempo ha toccato punte di alta espressività. Gli artisti, da sempre, hanno creato opere splendide con questo materiale e con le varie tecniche che man mano si sono realizzate. Ci sono musei dedicati solo alla ceramica ed in uno dei più prestigiosi Solaris è stato invitato ad esporre la sua opera: quello di Faenza, indubbiamente uno dei più importanti che esistono, così ora l'opera di Solaris è accanto a quelle di grandi artisti, a volte meno noti altre famosissimi, come Della Robbia o Picasso.
Solaris appare un artista visionario e la sua visionarietà è stata nutrita dai suoi interessi antropologici, la sua visionorietà è il risultato di un mondo culturale non molto noto ai più, che per questo fa apparire le sue opere a volte mitologiche e fiabesche, cariche di misteriosi messaggi. Cosa che la tecnica del raku, da lui prediletta, accentua. Ianuario ama la materia e con la più modesta: la creta, crea le sue opere che parlano certamente di mito, antico e futuristico, le immagini che realizza possono essere divinità ancestrali, e, nel contempo, aliene.
Pensandoci bene Solaris è uno scultore che usa la ceramica. Le sue opere sono vere e proprie sculture, legate alla forma nello spazio nel quale si formano e si muovono con i loro pieni un po' 'agitati', e che si impongono con i propri volumi al vuoto circostante. E ha scelto la ceramica perché gli permette di usare anche il colore, come fanno i pittori. Tra l'altro bisogna dire che il colore ha fatto parte della scultura: colorate erano le antiche statue greche, romane e quelle policrome di legno nel Medioevo. Quindi è naturale che anche uno scultore sia intrigato dal colore. Ed è certo il colore una parte del fascino delle opere di Solaris. Un colore che ha effetti quasi metallici e variazioni sottili che danno risalto particolare ai volumi, agli incavi, alle fratture, al racconto delle opere di Solaris.
Di certo gli studi di psicologia ed antropologia dell'autore hanno un loro peso nella visione artistica di Solaris: le sue immagini sono antiche e moderne nel contempo, figurative e informali, realistiche e surreali, spesso enigmatiche. Ci partecipano bellezza e armonia, ma nel contempo hanno un che di misterioso e oscuro.
Maresa Sottile
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