Donne pittrici
Naturalmente nomi di donne che hanno operato in ogni campo nei secoli ne sono rimasti, ed anche tanti. Grande personaggio di alta cultura e pensiero fu, ad Alessandria d'Egitto, Ipatia (370-415) filosofa e matematica ma personaggio ad un certo punto scomodo, quindi eliminato brutalmente da integralisti cristiani e dimenticato, anche perché probabilmente distrutta ogni sua opera, e riportato agli onori della cronaca da un bel film molto discusso. Qualsiasi sia la verità resta certamente un simbolo delle donne che avendo un valore intrinseco risultavano scomode, quindi osteggiate, riposte nel dimenticatoio. Ho fatto questo esempio perché la sua storia terribile riassume in sé la storia delle donne di valore e pensiero. Pensiamo anche a Giovanna d'Arco, personaggio universalmente molto più conosciuto, messa al rogo da un mondo di uomini che in fatto di incomprensione e crudeltà sono sempre stati campioni. Che siano gli uomini ad eliminare le donne è indiscutibile. Anche oggi.
Anche nella chiesa ci sono esempi di grandi donne che la Chiesa non poteva oscurare, donne poi santificate che hanno manifestato un pensiero di alto livello.
Altre donne nel passato sono assurte a posti nella storia, nell'arte, nella politica, ma purtroppo di loro non si parla quanto degli uomini. Certo ormai in molti conoscono il nome di Vittoria Colonna o di Artemisia Gentileschi, ma sono le eccezioni che confermano la regola, anche perché la vita di Artemisia, ad esempio, fu 'scandalosa' e ciò, soprattutto oggi, fa notizia e poco importa se Artemisia superasse con la sua arte il padre che resta un mediocre artista, e Vittoria Colonna ha comunque il suo nome legato a quello di Michelangelo e inoltre apparteneva alla cerchia dei potenti dove le donne avevano indubbiamente un po' più di autonomia e possibilità: ad esempio di studiare, leggere, sapere, e si poteva anche sopportare qualche donna che si distinguesse.
Piccoli esempi noti a tutti o alla maggior parte delle persone, in realtà in ogni campo, nonostante le difficoltà, le donne si sono distinte. Il punto è che queste donne poi vengono avvolte dalla dimenticanza, ma ancora più grave è il fatto che solitamente vengano osteggiate, tacitate. I libri quasi mai riportano i loro nomi, levati i pochi casi eclatanti di cui non si può proprio tacere.
Nelle arti figurative già dall'antica Grecia ci sono esempi di artiste, anche stimate ai loro tempi ma poi svanite nel nulla.
Già Plinio nella sua Storia Naturale nomina artiste greche e romane, ma certo lo spazio a loro dedicato è molto inferiore a quello dedicato agli uomini. Eppure tra le righe si capisce che alcune ebbero vera fama ai propri tempi.
Le notizie più antiche di donne artiste nel campo delle arti figurative risalgono alla Storia Naturale di Plinio a cui si rifà nel 1795 P. M. Guglielmo della Valle, Minore Conventuale, nelle 'Vite dei pittori antichi greci e latini' del 1795.
Il primo nome che troviamo è quello di Timarete figlia del pittore Micone, della quale si ricorda un'immagine di Diana, la più antica ritrovata in Efeso.
Abbiamo poi la figlia del pittore Cratino (o Cratero o Crateno) Irene di cui sappiamo abbia dipinto una fanciulla nel tempio di Eleusino. Calipso dipinse Teodoro vecchio e delle fattucchiere. Aristarete, cretese, figlia e allieva di Nearco vasaio e pittore vasaio; Elena figlia di Timone egizio, autrice di una battaglia che meritò di ornare il Tempio della Pace in esso collocato per volere di Vespasiano. Di Alcisteme resta la pittura di un danzatore. Infine Olimpiade di cui non si comprende se fu allieva o maestra di Aurobolo, del quale però fu allieva Olimpia. E poi Anassandra. Nel mito sull'invenzione dell'arte è una donna, Corinzia, che per prima tracciò su un muro il profilo del proprio innamorato che si allontanava.
Certo le notizie sono poche e scarne, ma bisogna considerare che della pittura greca resta un nulla ed anche dei pittori uomini si sa piuttosto poco, e invece da considerare che se di queste artiste è rimasta traccia dovevano essere note e soprattutto meritare tale notorietà. Bisogna anche prendere in considerazione un elemento che sarà comune a quasi tutte le donne che opereranno nel campo dell'arte per secoli e cioè che spesso sono figlie o sorelle di artisti, di fama o mediocri non importa. Ciò per vari motivi, il primo è certamente genetico: doti ereditarie, oltre al contatto con persone che potevano far loro da maestri, opportunità non da poco, e che abbiano potuto perseguire la propria vocazione è probabilmente dovuto al fatto che un padre artista ha una mente ed una visione delle cose più aperta, e inoltre un padre è sempre orgoglioso se riconosce nei propri figli delle doti, ancor più se simili alle sue.
Nel I canto del Purgatorio Dante parla di Marzia, figlia del pretore Lucio Marzio Filippo Varrone e sposa di Catone Uticense, prima donna ad eseguire il proprio ritratto allo specchio.
E il della Valle ricorda anche una pittrice romana: Lala Cizicena o Iaia di Cizico, operante nel I sec. a.C., della quale sappiamo che eseguì un ritratto di Nottolemo e cita le parole del suo riferimento: Plinio: “Nessun pittore ebbe la mano così spedita nell'operare, e medesimo tanto artificio, cosicché le sue opere erano più apprezzate di quelle di Sopilone e di Dionigi celebri pittori.” Era molto famosa, richiesta ed anche molto costosa per i suoi ritratti femminili. Eseguì anche un autoritratto allo specchio.
Maresa Sottile