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venerdì 27 maggio 2011

Il gatto
La casa era un attico al centro, dal lungo balcone del salone si vedeva la cupola di San Pietro e tutto intorno altri tetti, altre cupole, insomma poteva dirsi un vero panorama, ma dal lato delle camere da letto dava su un cortiletto, che però non si vedeva da quell'altezza. Sotto le finestre correva un cornicione di tegole sbiadite con qualche ciuffo di erbe e fiori selvatici tra gli interstizi, e si vedevano altri tetti, antenne, eppure era gradevole quell’affacciata, silenziosa e soleggiata com’era.
Ci veniva spesso per il fine settimana, Orietta la invitava e le prestava la sua stanza, lei dormiva in quella della madre che era fuori. Adesso si sarebbe fermata un po' di giorni. L'amicizia con Orietta era recente, ma andavano abbastanza d'accordo, avevano interessi in comune, potevano parlare di mille cose e non solo dei soliti argomenti. Entrambe leggevano molto, amavano la musica classica, il cinema, il teatro...e naturalmente di uomini.
Era estremamente gradevole in quella casa il risveglio a suo comodo, con Maria la cameriera che le portava il carrello con tutto il servizio d’argento per la colazione, un bel modo per cominciare la giornata.
Orietta di solito era già fuori. Spesso la raggiungeva in boutique, altre volte uscivano insieme e l’accompagnava al centro da artigiani esclusivi per lavori per il negozio, più spesso per se stessa. Altre volte se ne andava in giro per fatti suoi e poi si rivedevano a pranzo.
La sera uscivano con gli amici di Orietta o se restavano a casa tiravano tardi chiacchierando e fumando raggomitolate nelle comode poltrone e sul divano del salone. Il gatto Matisse si acciambellava addosso ad Orietta e spesso ci rimaneva tutta la sera e parte della notte, finché loro non si decidevano ad andare a dormire.
Era un gatto spericolato, come tutti i gatti, e la sua passeggiata preferita era sulle tegole del cornicione e alle volte Miriam lo aveva visto anche sdraiato lì a godersi il sole, altre sparire dietro un parapetto che chiudeva la vista e chissà dove andava in quelle misteriose passeggiate. Come tutti i gatti era molto riservato e si faceva i fatti suoi senza dare molta confidenza.
Devo farti sentire un disco molto bello che è uscito da poco.” Orietta mise in moto il giradischi e tirò fuori il 78 giri dalla sua custodia di cartone.
Nella stanza si diffusero i suoni dolcissimi di un adagio.
E’ l’Adagio di Albinoni lo conosci?”
No. E’ bellissimo.”
Fu allora che comparve Matisse. Si sdraiò sul letto e fissò il giradischi.
Quando la musica finì rimase ancora qualche attimo, poi si alzò ed uscì dalla stanza.
E’ veramente bello. Posso rimetterlo?”
Certo.”
Le note si elevarono nell'aria lente quasi solenni, pur nella loro dolcezza, e Matisse riapparve e riprese la sua posizione sul letto fissando di nuovo il disco nero che girava.
Piace anche a Matisse, hai visto?”
Era davvero avvolgente quel brano e Miriam lo rimise spesso quando era in casa. E ogni volta compariva Matisse, si sdraiava sul letto perché il giradischi era lì a fianco, e fissava affascinato il disco che girava. Miriam lo aveva rimesso più volte di seguito e il gatto non si era mosso. Ma quando aveva cambiato disco, si era alzato stiracchiandosi ed era andato via.
La giornata era molto bella, se ne rese conto aprendo gli occhi, il sole inondava parte della stanza perché lei dormiva con la serranda abbassata solo a metà. La primavera romana era lì con tutto il suo splendore.
Maria.” la porta si aprì quasi subito perché la cucina era lì a fianco ed apparvero il carrello col servizio d’argento e la domestica.
La signorina?”
E’ uscita.”
Guardò l’orologio e vide che era davvero tardi per uscire.
Torna per pranzo?”
Si.” Maria uscì dalla stanza mentre lei beveva il caffè.
Si alzò per aprire la finestra e l’aria profumata della primavera tiepida invase la camera. Matisse era sdraiato al sole sulle tegole calde e dormiva.
Miriam prese una sigaretta dalla borsa, l’accese e si chinò a prendere il disco. Premette il pulsante del giradischi e sollevò il pick-up, poi con delicatezza poggiò la puntina sul disco nero e si sdraiò sul letto.
Matisse apparve sul davanzale, saltò giù e poi balzò sul mobiletto su cui stava il giradischi, sedette con molta dignità e classe, la coda riportata sul davanti, le orecchie ritte e gli occhi fissi sul disco.
Ha lasciato il sole per sentire la musica. E’ proprio questa che gli piace. Altroché: Matisse...gli animali hanno un'anima’ pensò. E amò molto quel gatto.

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