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sabato 7 maggio 2011

A proposito di Malinconia




L'insostenibile leggerezza della malinconia

*Argomento impegnativo e difficile la malinconia. Oggi certamente poco attuale. In una società in cui valori culturali, etici, sono così lontani dall'interiorità, dal silenzio, la malinconia è proprio un qualcosa da rifuggire. Oggigiorno bisogna essere, apparire, divertirsi, essere accettati dagli altri, leggere quello di cui tutti parlano, essere omologati persino culturalmente, figurarsi abbandonarsi alla malinconia. E poi ci sono problemi enormi da discutere e affrontare. Così la malinconia è obsoleta ed ha un valore fallimentare. Ma il punto è che la malinconia esiste, è sempre esistita nell'essere umano.

*I greci avevano individuato quattro umori vitali: la bile nera cioè la malinconia (mélas= nero e cholé = bile), umor nero collegato alla terra, la bile gialla collegata al fuoco, il flegma collegato all'acqua e il sangue collegato all'aria. Questi 4 umori controllavano la vita ed il carattere dell'uomo a seconda della sua età. La melanconia dominava l'età matura. Quando questi umori aumentavano peggioravano la salute umana, così la melanconia da allora assunse un valore alquanto negativo, tanto da entrare in psichiatria ed ancora oggi farne parte. Ma già Aristotele indicava la malinconia come lo stato d'animo necessario alla creatività, e Platone diceva che la malinconia era lo stato d'animo di chi indaga nell'immaginario. Se ne deduce che chi è un artista non possa rifuggire questo sottile dolce malessere che la malinconia induce. Dal Medioevo questo concetto divenne più concreto ed assunse un valore poetico. E non c'è stato filosofo, poeta, artista che non abbia 'raccontato' la malinconia.
*La malinconia è un sentimento, o una sensazione o ancor meglio uno stato d'animo che va nell'oltre. La malinconia a differenza della tristezza, che si è nera, e la nostalgia che riguarda cose tangibili: mancanze, cose perdute, è uno stato d'animo che senza dubbio denota grande sensibilità, capacità introspettive, capacità di sintonizzarsi sui grandi perché, sulle problematiche esistenziali più profonde, sia personali sia universali. Penso che la malinconia sia un qualcosa che attiene ad una sfera alta del pensiero e della sensibilità umani e che non proprio tutti provino e conoscano. Ma forse ciò è opinabile: ogni essere non può non provare la malinconia, anche se il suo livello di elaborazione non è colto o creativo. Certo della malinconia hanno sempre parlato i grandi spiriti e le grandi menti. Nel passato gli artisti si facevano ritrarre con espressione malinconica perché questo gli dava un'aura di pensiero superiore; ci sono opere pittoriche e scultoree, dall'antichità ad oggi che sprizzano malinconia da tutti i pori. Per non parlare della letteratura e della musica. Io che sono un'appassionata di musica classica certe volte evito di ascoltare alcuni brani perché non sono in vena di malinconia, o come lo chiamano gli inglesi: spleen. E certo tutti, guardando gli occhi spesso di un solo colore, di solito azzurri, dei ritratti di Modigliani, o le Piazze d'Italia di De Chirico, o le stampe di Piranesi o i paesaggi di Turner, e si potrebbe continuare a lungo, hanno notato la malinconia che emanano, che ci tocca. Il grande pittore e incisore Durer, come sapete, è l'autore della famosissima incisione Melanconia I in cui sono rappresentati molti simboli alchemici ed esoterici. Alchimia ed esoterismo sono materia per spiriti colti, per menti alla ricerca delle più profonde, nascoste problematiche dello spirito umano. Magari non scientifiche come noi oggi intendiamo, anche se poi l'alchimia è l'antenata della scienza,e certamente per secoli mezzi di ricerca, ipotesi per le grandi domande dell'Uomo.
Nell'800 con il romanticismo la malinconia era assai di moda in ogni manifestazione artistica, forse perché in quel periodo storico era più consueto immergersi molto nel proprio pensiero più intimo e introspettivo e poche erano le possibilità per distrarsi da pensieri alle volte anche difficili, a volte sconfortanti.

*E' innegabile che da sempre agli artisti riconosciamo un temperamento malinconico perché sono quelli che più degli altri hanno la capacità di cogliere ciò che sfugge ai più. Il più grande poeta italiano, Giacomo Leopardi, viveva immerso nella malinconia. Si potrebbe continuare a lungo con gli esempi e le citazioni.

* La malinconia, o più poeticamente la melanconia, ha davvero un fascino enorme per le menti che non si fermano alla superficialità delle cose e sono turbate dalla mancanza di reali risposte sull'essenza della vita. La malinconia è la sensazione che si prova per la mancata realizzazione, nel fluire della vita, di aspirazioni irraggiungibili, di risposte che diano un senso al non-sense dell'esistere, del tempo; alle domande senza risposte, alle distanze e alle mancanze. E' struggente ma creatrice: grandi opere non sarebbero state realizzate da grandi uomini se questi non fossero stati 'afflitti' dall'umor nero della malinconia. La 'malinconia' quale matrice di grande pensiero, anche se fa soffrire, sottilmente, ma fa soffrire. La sofferenza è creatrice molto più della gioia e della felicità.
Maresa

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