Anche nel Medioevo ci si imbatte in donne artiste, sia scrittrici che pittrici e musiciste.
In realtà nel mondo medioevale la donna e la cultura non navigavano in buone acque. Per la prima la cosa è quasi ovvia data la condizione femminile nei secoli, eppure alcune di esse seppero trovare un'escamotage. Naturalmente stiamo parlando di donne comunque privilegiate per nascita, per quelle del popolo il problema non sussisteva neppure. Nelle ricche famiglie prima arroccate nei castelli, poi nelle case torri infine nei palazzi le donne comunque ricevevano, spesso nei conventi dove venivano mandate per istruirsi, una qualche sorta di cultura letteraria, musicale, artistica, oltre il ricamo in cui alcune si distinsero con lavori di altissimo artigianato, però era preclusa loro la cultura 'scientifica'. Molte di loro venivano poi maritate per motivi di convenienza politica, economica e per procreare eredi. Ma non tutte perché molte altre venivano invece che maritate monacate. Ci furono anche alcune donne, anzi dame, che la fecero in barba alle famiglie, agli usi, agli interessi, evitandosi forse matrimoni non graditi, maternità non desiderate, monacandosi volontariamente, portandosi ricche doti che permisero loro di fare la vita che avevano scelto: poter esercitare le proprie vocazioni artistiche, il proprio bisogno intellettuale. Così nei conventi, proprio dove si coltivava l'unica cultura medioevale, donne di talento si rifugiarono a dipingere, scrivere, comporre musica. Anche nella storia dell'arte di questo periodo si studia proprio il lavoro degli amanuensi, monaci che nei conventi ricopiando i testi antichi li ornavano sui bordi o nelle lettere iniziali dei capitoli con decori e illustrazioni al testo, nasce così nei conventi medioevali la miniatura, da minio, materiale di colore rosso molto usato dai monaci per il proprio lavoro. Bisogna tener presente che la Chiesa è quella che domina per molti secoli. Per questa ragione gran parte della cultura e dell'arte sono legate ad essa.
Le artiste rintracciate non sono molte purtroppo, ma come detto sin qui la cosa è naturale, e alcune ebbero anche fama e dignità.
Di qualcuna ci è giunto solo il nome, di qualcuna un po' della loro storia e soprattutto l'opera.
Uno dei primi nomi che troviamo è quello di Ende (X-XI sec) spagnola che copia ed orna l'Apocalisse conservata nella cattedrale di Gerona in Spagna.
Di Diemoth o Diemodus (1060-1130) nell'Abbazia di Wessobrunn sappiamo che si rinchiuse per molto tempo in una cella a ricopiare ben 45 volumi. Guda Nun (XII sec.), monaca miniaturista si è ritratta all'interno di una lettera: la D con l'apposizione della firma: 'Guda peccatrice scrisse e dipinse questo libro.' Claricia che pur non essendo monaca ricopiò il Libro dei Salmi di Augsburg, ritraendo anche lei se stessa nella coda della Q di un Quid.
Ildegarda de Bingen (1098-1179) di famiglia reale fu una donna molto stimata e colta. Uno dei personaggi più reputato e noto dei suoi tempi. Studiò latino, musica, scrittura. Fu Badessa dal 1136 e scrisse molti libri di teologia: scrisse ed illustrò “Liber divinorum operum”, filosofia, scienze tra i quali un lapidario. Illustrò “Latin scito vias Domini” (Scivias- Conoscere le vie del Signore) e fece delle miniature illustrando le proprie visioni mistiche. Negli ultimi anni divenne predicatrice, cosa assai rara per una donna. Alla morte fu beatificata.
Herrand of Landsberg (1125-1197) fu badessa del monastero di Hohenburg. Illustrò un testo di tipo enciclopedico che raccoglieva opere di vari autori ed anche sue poesie con 636 illustrazioni incluso il proprio ritratto: l' “Hortus Deliciarum”. Tali illustrazioni erano parte integrante del testo e purtroppo sono andate distrutte col testo durante la guerra franco-prussiana nel 1870 in un incendio, le conosciamo perché nella prima metà dell'800 l'opera era stata studiata e riprodotta accuratamente da vari studiosi.
Le artiste nominate sin qui sono tutte di varie regioni della Germania, tranne la spagnola Ende. Non troviamo ancora italiane ma ci rifaremo dal Rinascimento in poi.
Francese è invece Bourgot le Noir (1098-1179), figlia di un famoso miniaturista: Jean le Noir, nel cui studio lavorò collaborando col padre, ciò è documentato dai registri reali del tempo. Illustrò il Salterio delle Ore di Bona del Lussemburgo, duchessa di Normandia. Francese è anche Anastaise, della quale si ha traccia per gli scritti di Christine de Pisan, autrice vissuta tra il '300 ed il '400, che la cita quale grande miniaturista superiore a molti uomini del suo tempo.
Infine vogliamo ricordare l'Arazzo di Bayeux per la cattedrale della città dove poi venne esposto, eseguito tra il 1066 e il 1082 dalla regina Matilde, sposa di Guglielmo II il Conquistatore, probabilmente aiutata dalle sue dame. L'Arazzo racconta la conquista dell'Inghilterra nel 1066 con particolare attenzione alla battaglia di Hastings. Ed è molto interessante per le molte informazioni anche di costume che contiene.
Come si è prima accennato la donna poteva accedere solo ad una parte della cultura, quella letteraria ed artistica e quella che faceva parte dei lavori donneschi come appunto il ricamo, il merletto, a quelle attività cioè di tipo artigianale che tante opere di valore artistico hanno comunque prodotto.
Maresa Sottile
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